Le ragazze della Singer: Gina, l’ultima ricamatrice a macchina di Manfredonia

Appena terminato il lockdown del 2020, ho appuntamento con Gina presso un noto locale di Monticchio. Vedo arrivare una signora dal volto curato, i

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Appena terminato il lockdown del 2020, ho appuntamento con Gina presso un noto locale di Monticchio. Vedo arrivare una signora dal volto curato, il portamento sicuro e gli occhi vispi e a bruciapelo le dico subito: “Annarita mi ha detto una bugia. Mi aveva detto che lei ha circa 80 anni, ma invece è una signorina”. Lo sguardo di Gina s’illumina e con un magnifico sorriso incorniciato da un impeccabile rossetto mi risponde: “Ho 83 anni e Annarita non ha mentito”.

Gina, all’anagrafe Luigia Leone, vive a Foggia ed è l’ultima ricamatrice a macchina di Manfredonia. “Mi sono innamorata di questo lavoro quando avevo 14 anni”, mi racconta. All’epoca, erano i primissimi anni ’50, l’Italia viveva una rinascita economica e anche le donne cominciavano a ritagliarsi i loro spazi al di fuori delle mura domestiche.

Gina decise di fare un corso organizzato dalla Singer a cui partecipò con altre 70 ragazze di Manfredonia. Imparò a ricamare con la macchina da cucire e fu amore a prima vista. La giovanissima sipontina capì subito che per lei sarebbe stato molto più di un lavoro e ben presto manualità e creatività le permisero di dar vita a veri e propri capolavori. Punti sabbia, erba, raso, mezzopunto e smerlo non hanno segreti per la ricamatrice sipontina che per anni ha creato pregiate tovaglie, lenzuola per corredi, abiti da cerimonia e anche da sposa.

Ha insegnato quest’arte ai suoi figli? “Non ho potuto, avendo avuto due maschi. In compenso ho potuto insegnare ricamo a tantissime ragazze di Manfredonia per anni ed anni”, svela Gina, che per ben 27 anni è stata titolare di uno storico negozio nel centro storico sipontino, Il cigno, poco distante dal locale Singer da cui tutto ebbe inizio.

Ora penserete che a 83 anni la signora Gina abbia deposto le ‘armi’. E invece no. “Mia nipote Sara per i suoi 18 anni voleva un vestito speciale e raffinato, con romantici ricami e maniche a sbuffo”, mi racconta Annarita Prencipe, coordinatrice delle professioni sanitarie ASL da poco in pensione che in passato è stata anche assessore e presidente del Consiglio a Manfredonia.

“Solo un’esperta di ricamo a macchina avrebbe potuto confezionare il vestito per mia nipote, ma sembrava impossibile da trovare. Poi, più di una persona mi ha indicato la signora Gina che, senza tentennare, si è detta subito disponibile”. Gina in 20 giorni esatti ha creato un capo identico ad un abito d’alta moda che Sara aveva visto indossato da una modella. I disegni sono stati copiati dalla mano abile di Annarita, che da piccola disegnava per la sua mamma sarta, e poi ricamati al telaio di un’antica macchina da cucire da Gina, nel suo laboratorio casalingo a Foggia.

Manfredoniana doc, infatti, Gina ha sposato il foggiano Salvatore Di Matteo ed è quindi andata a vivere nel capoluogo dauno. Rimasta vedova, spesso accarezza l’idea di poter tornare nella sua città, dove ogni volta che ha potuto, è andata con l’amato marito per lasciarsi ispirare dall’azzurro mare.

Oggi Gina è l’ultima ricamatrice a macchina di Manfredonia e l’età non ha assopito la voglia di fare, ma solo rafforzato l’esperienza. E così, grazie all’abile sipontina, Sara ha potuto indossare nel giorno del compleanno l’abito dei suoi sogni. Qual è, invece, il sogno di Gina? “Che qualcun’altra possa prendere il mio posto”, confessa mentre la mente la riporta indietro nel tempo, quando con una miriade di ragazze si dedicava con immensa passione ad un’arte che mai avrebbe immaginato vedere un giorno scomparire.

Mentre viene rapita dai ricordi, Gina sorseggia il suo caffè, seduta al tavolino di un bar che non ha scelto a caso, perché proprio qui, occupando lo stesso posto, anni prima veniva col marito a caricare l’anima e l’ispirazione con lo sguardo rivolto al mare.

E chissà che il desiderio di Gina possa avverarsi e che possano esserci ancora ragazze con la voglia di imparare, magari proprio da lei, scongiurando la possibilità che un lavoro antico e prezioso possa smarrirsi nelle pieghe del tempo.

Maria Teresa Valente

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