2023. L anno che verrà

IL 2022 appena andato via non è stato per Manfredonia un anno esaltante. Anzi. Ha deluso molte delle aspettative che pure legittimamente si erano pres

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IL 2022 appena andato via non è stato per Manfredonia un anno esaltante. Anzi. Ha deluso molte delle aspettative che pure legittimamente si erano presentate al suo arrivo. Forse troppe. Ma le premesse c’erano tutte, colme di speranza che però non ha fatto valere la sua magia. Forse si è ritenuto che bastasse una nuova governance comunale per cambiare le cose da così a così. Negli anni passati e fino alla vigilia di quella che doveva essere la “svolta” storica, si sono accumulati troppi fardelli oscuri, troppi inganni per essere spazzati via da una votazione sia pure popolare. Quella tanto sbandierata e attesa “ripresa e resilienza” non c’è stata. E se tanto dà tanto…
LA CITTA’ vive come sospesa in un limbo indefinito. Legata ad un nodo gordiano che l’eletto sindaco Gianni Rotice non è riuscito a troncare. Non è Alessandro Magno. Il punto nodale, appunto, da cui dipende l’intero sistema cittadino, sta nell’amministrazione comunale approdata a Palazzo San Domenico sull’onda di promesse e lusinghe elettorali. Non ha dato seguito a quella fondamentale della pacificazione generale e del dialogo e della costruttiva collaborazione in nome del rilancio civile della città. E’ invece risultata, alla prova dei fatti, poco duttile ad affrontare gli impegni di un governo gravoso, di immedesimarsi nelle problematiche che gravano sulla città che pure erano state sciorinate in campagna elettorale. Un anno di rodaggio dovrebbe essere sufficiente per entrare nel vivo del governo.
QUEL CHE Rotice e la sua squadra non hanno saputo gestire – è l’ormai consolidato rilievo che viene mosso non solo delle forze politiche ma anche da associazioni culturali e sociali – è il momento storico di grande difficoltà della città del golfo adriatico. Invece di aprirsi, così come era stato prospettato, ai contributi non solo di pensiero delle forze attive di Manfredonia e fare fronte comune verso le oggettive difficoltà amministrative, si sono chiusi in una invalicabile torre eburnea isolata da tutto il contesto cittadino nella presunzione di dover fare da soli. Tanti i rovesci cui sono andati incontro. I vari consigli comunali sono rivelati ribalte di una amministrazione balbettante rimasta a galla grazie ai numeri della sua maggioranza costantemente muta e indifferente nonostante l’incalzare di una opposizione agguerrita ma disponibile alla collaborazione metodicamente respinta.
RIUNIONI finite spesso in baruffe indecorose mentre fuori, sul territorio fluttuavano senza adeguate risposte problemi come la sanità, la gestione rifiuti, gli alloggi popolari, la stessa legalità, i tributi comunali, la disoccupazione dilagante, la sicurezza pubblica, la pesca, le attività produttive, i parcheggi. Una parola completamente ignorata, scomparsa dal lessico politico con gravi ripercussioni sulla popolazione, è quella del “lavoro”. L’unico a ricordarla assieme a «pace, ingiustizie, ambiente» in modo preoccupato, è stato l’arcivescovo padre Franco Moscone.
MAI NESSUN cenno alla situazione portuale, alla Zes, alle iniziative industriali annunciate. A parlarne è arrivato a Manfredonia il Commissario straordinario alla Zes, Guadagnolo. Le fabbriche abbandonate nei due siti industriali, sostituiti da “La fabbrica del Carnevale” scritta sulla facciata del padiglione che era sorto come “Laboratorio urbano culturale” e dismesso dall’amministrazione comunale. Grande attenzione e partecipazione invece per feste organizzate senza soluzione di continuità, con il determinante impegno dell’associazione “Io sono partita Iva”, e testimoniate dai selfie di sindaco e compagnia diffusi sui vari social. A cominciare dal carnevale in edizione estiva, e quindi la kermesse invernale di “Luci del golfo” e, con la stessa impronta carnevalesca, anche la Festa patronale e il Natale per il quale si erano scordati di allestire il tradizionale presepe in Piazza del Popolo. Per Rotice è il turismo che avanzava e tutto giustifica. Un boom di presenze. Per le casse comunali ci sarà stato un gran ristoro finanziario con gli introiti della Tassa di soggiorno. Un bailamme continuo senza più tener conto delle norme di scurezza tanto che è dovuto intervenire la Prefettura di Foggia a fermare delle iniziative in quanto organizzate “In spregio delle norme e delle leggi vigenti”.
L’EREDITA’ che il 2022 lascia al 2023 è pesante, complicata e opaca. Se le cose non accenneranno a cambiare, e dovrebbe essere l’imperativo categorico per questa seconda chances di governo Rotice, i tempi avvenire per Manfredonia si fanno ancora più foschi.
Michele Apollonio

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