“L’usanza foggiana” di casa Celentano. Il ricordo di via Gluck del ‘Molleggiato’: “Se non dormi, non esci”

Nella puntata ‘Stanotte a Milano’ condotta da Alberto Angela e andata in onda ieri sera su Rai 1, Adriano Celentano ha ricordato “l’usanza foggiana” d

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Nella puntata ‘Stanotte a Milano’ condotta da Alberto Angela e andata in onda ieri sera su Rai 1, Adriano Celentano ha ricordato “l’usanza foggiana” del riposino pomeridiano tramandatagli dai suoi genitori nati a Foggia, Leontino e Giuditta Giuva, quando da bambino abitava a Milano in via Cristoforo Gluck, “una nostalgia che fatica a rassegnarsi oppure che non vuole rassegnarsi” ha evidenziato il cantautore, attore e showman, che il prossimo 6 gennaio compirà 85 anni.Con il conduttore e figlio di Piero Angela, al telefono il ‘Molleggiato’ ha raccontato un ricordo della sua infanzia legato a un raggio di sole. “L’usanza era quella foggiana, anche se noi eravamo a Milano, che dopo pranzo bisognava fare il solito riposino. E io naturalmente mi ribellavo, ma non c’era verso. Per convincermi mia madre mi diceva: guarda che se non dormi, non solo non esci oggi, ma neanche domani. Avevo, credo, non più di quattro anni, e quel giorno devo aver dormito meno del solito. Mi svegliai che saranno state almeno le 4 del pomeriggio e mentre mi stropicciavo gli occhi ancora un po’ assonnati, saltai giù dal letto a piedi nudi e quando aprii l’anta sinistra della porta che dava nel cortile, ciò che più di tutti mi colpì fu la bellezza folgorante di un raggio di sole che approfittando della parte mezza aperta della porta entrava in casa e come una spada disegnava fulmineo uno spicchio luminoso sul pavimento…e così quando uscii dalla stanza e a piedi nudi camminai sul selciato di quel cortile, era come se mi fossi addentrato in un campo magico dove tutto era così limpido e colorato in cui l’ombra e il sole sembravano spaccare il selciato da un angolo all’altro del cortile in una diagonale perfetta che mi divertivo a percorrere con un piede nell’ombra e l’altro nel sole, fantastico….Probabilmente se fossi rimasto in via Gluck oggi io sarei un idraulico, un idraulico rock”.

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