La flotta russa a Otranto minaccia il gasdotto Tap

Una missione provocatoria nel Canale di Otranto, dove si concentrano le reti che trasportano gas, energia e traffico internet tra Italia e Balcani. Og

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Una missione provocatoria nel Canale di Otranto, dove si concentrano le reti che trasportano gas, energia e traffico internet tra Italia e Balcani. Oggi la “Akademik Pashin” è rimasta per ore praticamente ferma nel punto più sensibile: quello dove si trovano le tubature della Trans Adriatic Pipeline, la Tap che convoglia rifornimenti di metano alternativi alle fonti russe. Si tratta di una nave molto speciale: un rifornitore di squadra, destinato ad accompagnare le spedizioni a lungo raggio della flotta di Mosca ma che spesso viene usato per spiare le attività della Nato.I movimenti della “Akademik Pashin” sono stati descritti da diversi analisti che studiano le informazioni delle “fonti aperte”, tra cui ItaMilradar: pur essendo un’unità militare, ha mantenuto acceso il sistema che trasmette la posizione. La sua spedizione è cominciata la scorsa settimana dal porto siriano di Tartous, il nido della Marina russa nel Mediterraneo. Da ieri opera nel Canale di Otranto: prima si è fermata sul cavo sottomarino OteGlobe, una connessione in fibra ottica che unisce Bari alla Grecia. Poi si è mossa verso il tubo sommerso del Tap.

Lunga 130 metri, la “Akademik Pashin” è la più moderna nave del genere in servizio nelle forze armate russe: la sua missione d’esordio nell’aprile 2020 è stata lo spionaggio dei test del sottomarino nucleare francese Suffren. Ad agosto è salpata dal Baltico e si è diretta verso sud, subito tallonata dalla Royal Navy britannica e dagli aerei da ricognizione americani: il 24 agosto è entrata nel Mediterraneo e da allora prosegue le sue attività.

Non è sola. Si accompagna a una nave da guerra russa, quasi sicuramente una corvetta della classe Steregushchiy, armata con missili cruise: due giorni fa un satellite Sentinel ha fotografo il misterioso vascello. Era a soli quattro chilometri dall’incrociatore americano “Leyte Gulf”, che scorta la portaerei “George WH Bush”, l’ammiraglia della flotta statunitense. Nella zona c’è pure il caccia italiano “Andrea Doria”, impegnato in un’esercitazione dell’Alleanza atlantica. Dopo l’arrivo delle unità russe, elicotteri della Us Navy hanno compiuto lunghi voli di sorveglianza, con il sostegno di un bimotore P72 della nostra Aeronautica: un grande wargame davanti alle coste della Puglia.La zona di questa sfida navale è proprio nel mezzo dell’Adriatico, all’altezza del Gargano. Si tratta dell’ennesima operazione lanciata da Mosca per mantenere la pressione sulla Nato, mostrando la volontà di impiegare ogni mezzo per testimoniare una presenza aggressiva pure nel Mediterraneo. Confronti del genere sono avvenuti spesso dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, trasformando le coste italiane nel secondo fronte del conflitto. Adesso per la prima volta si è aggiunta la crociera minacciosa sulle condotte energetiche, insistendo sulla posizione del Tap: un gasdotto che attinge dai giacimenti dell’Azerbaijan diventato strategico dopo l’interruzione dei flussi dalla Russia. Non a caso, la missione della “Akademik Pashin” è scattata dopo la decisione europea di introdurre un tetto al prezzo del gas per evitare ricatti del Cremlino. Una mossa che il portavoce di Putin ha definito “inaccettabile”, promettendo che “non resterà impunita”.

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