Trivelle, rinnovabili e nucleare: le mosse del governo sull’energia

Il dossier energia ha la priorità tra quello che il nuovo governo è chiamato ad affrontare. Non c’è solo da individuare le risorse da destinare a un n

Puglia sotto l’acqua: allerta gialla per temporali
Trabucco di Rodi: il Parco finanzia la ricostruzione, stanziati 30mila euro
Nuove regole per i contributi sull'affitto

Il dossier energia ha la priorità tra quello che il nuovo governo è chiamato ad affrontare. Non c’è solo da individuare le risorse da destinare a un nuovo pacchetto che sostenga famiglie e imprese colpite dal caro bollette, ma anche da scegliere quale strategia di politica energetica mettere in atto.

Nel breve periodo, dunque, l’esecutivo Meloni deve trovare il modo di frenare il caro bollette. Ma poi deve anche pensare a strategie di più lungo periodo, a come rendere l’Italia un paese più sicuro e indipendente sul fronte dell’energia. Non a caso, il Ministero della Transizione ecologica sarà ribattezzato dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Strategia Pichetto in linea con quella di Draghi e Cingolani

Il nuovo ministro, Gilberto Pichetto, di Forza Italia, ha appena cominciato a studiare i dossier. Al suo fianco ha il superconsulente voluto da Meloni (su consiglio di Mario Draghi): l’ex ministro Roberto Cingolani, un tecnico che ha accettato di aiutare il suo successore per qualche mese a districarsi in materie complicatissime. Nessun commissariamento da parte della premier, ha chiarito lo staff del neoministro, respingendo le accuse di Angelo Bonelli di “Europa Verde” e di alcuni organi di stampa. Pichetto dal canto suo, come prima dichiarazione dopo il giuramento, aveva puntualizzato che si muoverà «nel solco di quanto fatto finora soprattutto in termini di energia dal Premier Draghi e dal Ministro Cingolani».

Le priorità indicate da Meloni

La premier Meloni, nei suoi interventi alla Camera e al Senato, ha fissato i punti principali del suo programma in materia energetica: battaglia in Europa per un tetto al prezzo del gas e per il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del metano (per far pagare meno la corrente da fonti rinnovabili, più economiche); misure di emergenza contro il caro bollette a imprese e famiglie, cercando fondi «nelle pieghe del bilancio» e dagli extraprofitti delle società energetiche; aumento dell’estrazione nazionale di gas, oggi ai minimi termini; potenziamento delle fonti rinnovabili, eliminando gli ostacoli burocratici.

(foto Ansa)

Gli obiettivi più “nazionali”

A questi obiettivi, che erano già del governo Draghi, la premier Meloni ne ha aggiunti altri di sapore più “nazionale”: creare fabbriche italiane di componentistica per le fonti rinnovabili (soprattutto i pannelli solari) ed evitare di «demolire filiere di eccellenza produttiva nazionale» per passare «alla dipendenza dalle materie prime cinesi». Una chiara allusione al settore dell’auto, e al passaggio dai motori endotermici (eccellenza italiana) a quelli elettrici (con le batterie monopolizzate dal Dragone).

COMMENTI

WORDPRESS: 0