C’è la partita del Bari.si Laurea in Autogrill

C'è la partita del Bari, e il tifoso per non perderla si laurea in autogrill Non si è perso d’a

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Tifoso del Bari calcio

Vitti ha deciso che non sarebbe mancato neanche questa volta e, per non sacrificare sull’altare del tifo gli sforzi da studente, alle 15 in punto si è accomodato nel ristorante della stazione di servizio: tra lo stupore dei passanti, grazie a un telefonino collegato in rete, si è gustato in un’insolita location la cerimonia che grazie a una tesi sulle «Monete complementari nei mercati moderni» lo ha visto laurearsi con 82 su 110. L’impresa è stata resa possibile, oltre che dalla determinazione del laureando, dal fatto che l’istituto che gli ha conferito il titolo appartiene a quelli che operano online, riconosciuti dal Miur.

Stappato lo champagne e raccolti gli auguri dei presenti, Vitti si è rimesso in macchina e ha percorso i chilometri restanti che lo separavano dal settore ospiti dello stadio «Ennio Tardini» di Parma, dove il 19 era in programma la gara di Coppa Italia tra la locale squadra e il Bari, conclusasi con la sconfitta dei pugliesi per 1-0 che ne ha determinato l’eliminazione della competizione.

L’esito negativo del match non ha scalfito la gioia di Vitti per il traguardo conseguito poche ore prima. «Il risultato conta niente è il motto del nostro gruppo, e vale oggi più di sempre», sottolinea il neodottore. «Vale anche per quell’82?», lo provoca uno degli amici presenti al doppio evento. «No, lì contava – ribatte Vitti -, sono fiero del mio 82, mi ricorda il mondiale di Pablito». Tutto è riconducibile al calcio per uno che ha chiamato il primogenito Igor, nome del calciatore del Bari, Protti, che ha amato di più. Finita la festa si torna a casa, lo aspettano più di 500 km. «Una passeggiata, per noi che non abbiamo lasciato mai sola la squadra neanche in Serie D, quando c’era da andare in posti di cui non conoscevamo l’esistenza fino al giorno prima. Troina, per dire, provincia di Enna. Ora lo so, d’altra parte sono laureato», scherza e a chi gli chiede se vale la pena fare tutti quei chilometri risponde: «Lo spiegò bene Raboni, il poeta: si è tifosi della propria squadra perché si è tifosi della propria vita, di se stessi, di quello che si è stati, di quello che si spera di continuare a essere». Ultras e lode.

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