Medici che abbandonano, carenze d’organico e liste d’attesa: “La sanità in Puglia è al punto di non ritorno”

Medici che si licenziano, carenze d'organico, mobilità passiva, liste d’attesa, sanità territoriale mai partita. Sono questi alcuni dei temi he verran

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Medici che si licenziano, carenze d’organico, mobilità passiva, liste d’attesa, sanità territoriale mai partita. Sono questi alcuni dei temi he verranno affrontati a Foggia, il prossimo 14  ottobre, durante l’assemblea di delegati e delegate Fp Cgil nel settore della sanità.

L’incontro – “Diritto alla salute in Puglia, Cgil pronta ad avviare un percorso di mobilitazione con il coinvolgimento dei cittadini”  – si terrà a partire dalle 9.30, presso l’Auditorium della Camera di Commercio cittadina: “Nel 2021, il 10,2% di cittadini pugliesi ha rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici pur avendone bisogno, perché non poteva pagarla privatamente o a causa dei lunghi tempi di attesa, come giustamente sta denunciando la nostra categoria dei pensionati. Nello stesso anno il 4% dei medici pugliesi sul totale dell’organico si è licenziato”, si legge nella nota stampa della Cgil.

“Tra fughe dagli ospedali per lo stress legato a turni massacranti e disorganizzazione del servizio, rinuncia alla prevenzione da parte delle persone, la sanità pugliese è a un punto di non ritorno. Il diritto alla salute è un diritto costituzionale, questo ribadiremo nell’iniziativa che terremo assieme alla Funzione Pubblica, e per difenderlo serve un’alleanza tra operatori sanitari, associazioni professionali e di tutela della salute, cittadini. Non ci stiamo più a infiniti confronti che non portano a risultati concreti: lo diciamo chiaro a Emiliano e Palese, siamo pronti a mobilitare tutta la confederazione – assieme alle categorie che già unitariamente sono impegnate in campagne di rivendicazione – per una vertenza che va avanti da troppi anni”, spiega il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo.

“Come categoria – aggiunge il segretario generale della Fp Cgil Puglia, Domenico Ficco – siamo già impegnati unitariamente per avere risposte immediate sul piano occupazionale e della qualità de lavoro nella sanità. A fine mese saremo in piazza a Bari per chiedere la stabilizzazione dei precari, i piani triennali del fabbisogno di personale 2023-2025, l’internalizzazione dei servizi di 118 e Cup, la tutela occupazionale dei lavoratori dei servizi domiciliari per l’assistenza per anziani non autosufficienti. Non ci stiamo più a scelte calate dall’alto che rischiano di portare indietro di 20 anni la nostra sanità. C’è una carenza grave di personale che ha ovviamente ricadute sulla qualità e quantità di servizi erogati agli utenti, per non parlare della qualità del lavoro, spesso costretti a turni massacranti, nelle corsie di ospedali, con retribuzioni al di sotto della media europea. Anche così si spiega la fuga del personale. Una mobilitazione regionale dentro una nazionale che ci vedrà in piazza a Roma il prossimo 29 ottobre con lo slogan Sanità, se non la curi non ti cura”.Vogliamo lanciare una alleanza con ordini, associazioni, tutti i cittadini, costruire una sorta di osservatorio partecipato sui temi della salute in Puglia”, spiega Gesmundo. “Abbiamo una sanità territoriale che non è mai partita: nel Pnrr vi sono risorse per reti di prossimità, strutture intermedie, telemedicina, costruzione di case e ospedali di comunità, che dovrebbero fare da filtro anche per i pronto soccorsi che scoppiano di utenza e da cui fugge il personale. Ma il piano nazionale finanzia la costruzione delle strutture, con quale personale le gestiamo poi? Non permetteremo che restino cattedrali nel deserto o vadano ad alimentare il business di una sanità privata accessibile però solo a pochi, in una regione dove un pugliese su quattro è povero. Siamo al punto in cui c’è da parte del pubblico del totale abbandono di persone affette da alcune patologie, penso all’Alzheimer. Le liste d’attesa, la mobilità sanitaria verso altre regioni, sono lo specchio di un sistema che va risistemato, a partire anche dalle università. Pretendiamo risposte, diversamente la Cgil è pronta ad avviare un percorso di mobilitazione di tutta la società pugliese a difesa di un diritto che deve essere garantito a tutte e tutti e deve essere caratterizzato da lavoro e servizi di qualità”, conclude.

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