La Campagna del.pomodoro chiude in rosso

La campagna del pomodoro chiude in rossoSecondo la Cia Agricoltori Italia della Puglia, la campagna del pomodoro in provincia di Foggia, si

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La campagna del pomodoro chiude in rossoSecondo la Cia Agricoltori Italia della Puglia, la campagna del pomodoro in provincia di Foggia, si è chiusa con una perdita netta di quasi 3 milioni di quintali in meno rispetto al 2021. “Il bilancio è negativo“. In Capitanata sono stati raccolti circa 12 milioni di quintali di prodotto, a fronte dei 14.782.000 del 2021. In decrescita anche le superfici coltivate: lo scorso anno, l?oro rosso ricoprì 17.140 ettari, nel 2022 si è scesi a 15mila (complessivamente, in Italia, 32.500 ettari).
Nel commentare anche i dati emersi anche ad Angri (Salerno) dove si è riunita l?Oi Pomodoro, l?Organizzazione Interprofessionale del settore per tutto il Centro Sud, Angelo Miano se la prende con le industrie conserviere. ?Il calo delle superfici coltivate e, di conseguenza, la minore produttività è la diretta conseguenza delle politiche attuate dalla parte industriale. Abbiamo penato per mesi prima di poter arrivare a un accordo sul prezzo del pomodoro da industria. Un?incertezza e uno stallo durati diverse settimane, tanto da convincere molti imprenditori agricoli a rompere gli indugi e a rinunciare a trapiantare?.La Oi (Organizzazione Interprofessionale del Centro Sud Italia), associa i soggetti economici della filiera del pomodoro nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Toscana, Sardegna, Sicilia e Umbria, con ripartizione paritaria dei voti fra la componente di produzione agricola e quella di trasformazione. In quest?area, ogni anno, sono coltivati circa 30mila ettari di pomodoro da industria (17mila dei quali nel Foggiano), con il coinvolgimento di 24 Op (Organizzazioni di Produttori) e 49 imprese di trasformazione per la lavorazione di circa 2,96 milioni di tonnellate di pomodoro (dati 2021).

L?accordo – spiega la Cia – fu raggiunto nei primi giorni di luglio, con un?intesa basata su 13 centesimi al chilo per il tondo, 14 centesimi al chilo per il lungo, e una maggiorazione pari al 30% per il biologico. ?A fine campagna?, ha spiegato Miano, ?il tondo ha raggiunto i 16 centesimi e il pelato ha toccato i 21 centesimi. A dire di Miano, “un?ulteriore dimostrazione di quanto poco assennate siano state le scelte della parte industriale, arroccata su quotazioni insufficienti anche a coprire i costi di produzione per le aziende agricole, ma poi costretta a subire le conseguenze delle sue stesse azioni con la riduzione delle superfici e la conseguente corsa all?accaparramento che hanno fatto schizzare i prezzi ben oltre le richieste iniziali del mondo agricolo?. Per Cia Agricoltori Italiani di Capitanata si poteva fare molto meglio. L’associazione di categoria sostiene che già a partire dall?inizio del 2022 aveva lavorato a lungo sulla ricerca di un?intesa soddisfacente ed equa per i produttori. “Un traguardo che sembrava a portata di mano a fine maggio, ma poi non si riuscì a trovare la quadra”.Tuttavia, nel luglio scorso, ad anticipare il rischio di una flessione della produzione con riduzione delle rese in campo – situazione su cui ha inciso fortemente la crisi climatica – era stata Princes Industrie Alimentari. Per la società che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa per la trasformazione del pomodoro, le difficoltà possono essere affrontate solamente promuovendo il ruolo della Filiera, predisponendo contratti triennali per i produttori ? per offrire la ?certezza? del pricing ? e anche anticipando la contrattazione con le parti produttive e la firma degli accordi per facilitare la programmazione degli investimenti. “Come Princes abbiamo fortemente agito in tale direzione – con strumenti come l?Accordo di Filiera e la collaborazione con Coldiretti – e oggi ne siamo ancora più convinti. È necessario che istituzioni, aziende, associazioni e professionisti lavorino per rinsaldare e rilanciare il pomodoro 100% Made in Puglia ed etico senza tentennamenti: questo per Princes significa costruire la sostenibilità ambientale, sociale e ovviamente economica della filiera? il commento di qualche mese fa di Gianmarco Laviola, amministratore delegato di Princes Industrie Alimentari alla presenza dei partner dell?azienda.

Per contribuire alla sostenibilità economica della filiera, Princes ha introdotto da tempo la contrattazione anticipata: ai circa 300 imprenditori agricoli che collaborano con l’azienda, è stato riconosciuto un prezzo di acquisto equo basato sugli effettivi costi di produzione e stabilito in collaborazione con il dipartimento di Scienze Agrarie dell?Università di Foggia. Considerata la particolare situazione dei rincari, per i conferimenti di pomodoro 2022, Princes ha inoltre previsto un contributo straordinario che si è sommato alla remunerazione prevista lo scorso anno, che già aveva rappresentato un aumento storico per gli agricoltori della Capitanata.

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