In Puglia il numero unico per le emergenze non c’è, ma arriva il bonus regionale per chi se n’è occupato

L'attivazione del Numero unico di emergenza (Nue) della Puglia è stata disposta nel marzo 2019. Da allora sono passati tre anni e mezzo e spesi gi

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La sala operativa del Nue 112 attiva in altre regioni

L’attivazione del Numero unico di emergenza (Nue) della Puglia è stata disposta nel marzo 2019. Da allora sono passati tre anni e mezzo e spesi già un paio di milioni di euro senza che il servizio sia entrato in funzione. Le sedi operative – a Modugno, Campi Salentina e Foggia – non sono tutte pronte e dalla graduatoria di 760 candidati idonei non sono ancora stati scelti i 126 telefonisti. Ma intanto la Regione continua a pagare le fatture alla Telecom, in virtù di regolari contratti per l’installazione delle attrezzature, i servizi di cloud computing e sicurezza e quelli di connettività e telefonia fissa.Nulla di illegittimo, per carità, considerato che il colosso della telefonia ha vinto delle regolari gare e non è tenuto a sapere se i servizi per cui viene pagato servano a qualcosa oppure no. In questo caso non servono ancora a nulla, considerato che basta fare una telefonata al 112 per sentire dall’altro capo del filo la voce “Carabinieri, buongiorno” e capire che le chiamate sono ancora indirizzate alle centrali operative dell’Arma.

Fuori tempo massimo

In realtà il Nue dovrebbe unificare le linee telefoniche di tutte le forze dell’ordine e i servizi di emergenza. Chiamando il 112 dovrebbe rispondere la Cur (Centrale unica di emergenza), i cui operatori avrebbero il compito di valutare i casi segnalati e indirizzare la telefonata a carabinieri (attuale 112), polizia (113), vigili del fuoco (115) o emergenza sanitaria (118). La decisione dell’Unione europea di istituire il numero unico risale al 1991 e i Paesi membri avrebbero dovuto renderlo operativo entro il 2008. L’Italia è in ritardo e il Nue è attivo soltanto in dieci regioni e nelle province autonome di Trento e Bolzano. In Puglia, invece, si lavora da anni e da anni si sborsa denaro pubblico.

Gli appalti

Anche la realizzazione del Nue, come i progetti più importanti degli ultimi anni, era stata affidata dalla Regione alla Protezione civile, fino a dicembre guidata da Mario Lerario (poi arrestato per corruzione e attualmente sotto processo). Era stato proprio lui a istruire gare e firmare affidamenti, insieme con il suo braccio destro Antonio Mercurio. Il primo progetto approvato – nel novembre 2019 – era quello dei “fabbisogni per i servizi di cloud computing, sicurezza, realizzazione di portali e servizi online”, ovvero per lo sviluppo dei software da utilizzare nelle Centrali di risposta.

Affidato alla Tim e finanziato per 3,5 milioni tramite il bilancio regionale 2020. A seguire, la sezione Economato (anch’essa guidata da Lerario) aveva elaborato un capitolato tecnico con cui individuava il fabbisogno di attrezzature per allestire i centri di Modugno, Campi e Foggia e poi bandito la gara nel 2020, di cui era responsabile sempre Mercurio, coindagato di Lerario nell’inchiesta sull’ospedale Covid in Fiera e poi sostituito col collega Vito Capurso. La gara, con base di 2,3 milioni, venne aggiudicata alla Telecom con un ribasso del 10 per cento.

Telecom pigliatutto
La terza gara per attivare il Nue era quella per l’affidamento dei servizi di connettività, per i quali è stata prima interpellata Fastweb (presente nel quadro delle convenzioni Consip), che aveva dichiarato di non poter soddisfare alcune richieste della Regione Puglia, mentre la Tim aveva inviato un’offerta che rispondeva a tutti i requisiti necessari. Il contratto prevede l’affidamento per gli anni 2021-2023, con un costo di 199mila euro per l’attivazione e un canone annuo di 613mila, per un importo complessivo da 1,8 milioni di euro.

L’affidamento dei servizi è stato velocizzato nel 2020, si legge, “al fine di avviare le attività presso le Centrali Nue 112”. Attività di cui oggi non c’è ancora traccia. Sui bilanci regionali ci sono invece tracce abbondanti delle fatture che vengono periodicamente pagate alla Telecom per i vari servizi in appalto, come da regolari contratti.

L’attesa infinita

I candidati aspettano la convalida della graduatoria dal 25 gennaio. “Nel frattempo ho fatto e superato altri concorsi – ha raccontato una giovane donna – Non è accettabile che non si sappia nulla. I posti sono 126, io sono oltre il 250° posto ma credo che molti abbiano già trovato lavoro altrove. Io stessa potrei avere possibilità presso l’Arpal”, ovvero l’Agenzia regionale per il lavoro, diretta da Massimo Cassano.

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