Chi era Federico Trisciuoglio, il boss della ‘Società Foggiana’ morto in carcere in regime di 41 bis

E'deceduto all'età di 68 anni Federico Trisciuoglio, considerato alla guida dell’omonima batteria di Foggia dei Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Ha tra

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E’deceduto all’età di 68 anni Federico Trisciuoglio, considerato alla guida dell’omonima batteria di Foggia dei Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Ha trascorso gli ultimi mesi della sua vita ristretto in carcere al 41 bis, così come aveva stabilito il ministero della Giustizia dopo le richieste avanzate dalla Dda di Bari. Coinvolto in numerose inchieste relative ai blitz delle forze dell’ordine contro la mafia foggiana, il boss avrebbe compiuto 69 anni il prossimo 20 ottobre. Era malato da tempo.

Definita “persona di estrema, concreta, qualificata pericolosità sociale”, Trisciuoglio si era messo in evidenza già da ragazzino, alla fine degli anni Sessanta, con un’impressionante escalation di reati commessi in concorso con soggetti che negli anni sono divenuti figure di rilievo dell’organizzazione mafiosa foggiana.

Classe 1953, nel maggio del 1991 fu raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Dda, unitamente ad altre 33 persone, in quanto ritenuto organico ad un sodalizio mafioso operante a Foggia e in provincia, responsabile di omicidi, traffico di stupefacenti, estorsioni, ricettazione, riciclaggio di auto rubate, usura, porto abusivo e detenzione di armi, munizioni ed esplosivi. Successivamente a quella data sono state numerose le denunce in stato di libertà e gli arresti operati nei suoi confronti in esecuzione di provvedimenti restrittivi emessi dall’Autorità Giudiziaria. Tutte per associazione mafiosa. Il 21 settembre del 1999 sfuggì all’agguato di via Fania in cui fu assassinata una persona innocente che stava festeggiando il suo onomastico all’interno di un bar.

Fu condannato nel processo del blitz ‘Osiride’ del 2006, a nove anni e sette mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni in danno di imprenditori nel settore delle onoranze funebri. Pienamente inserito nella ‘Società Foggiana’, la sua leadership criminale era emersa dalle condanne per associazione mafiosa riportate anche nei processi storici denominati comunemente ‘Panunzio’ e ‘Day Before’. E nella condanna a 13 anni e 10 mesi per traffico di droga e tentata estorsione nell’ambito della operazione ‘Poseidon’.

Federico Trisciuoglio era stato condannato a sette anni e due mesi di reclusione nell’ambito della operazione ‘Piazza Pulita’ dell’aprile 2012 condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari nel corso della quale erano state accertate condotte estorsive sue e dei suoi sodali ai danni di funzionari dell’azienda municipalizzata, che gestiva la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, di proprietà del Comune all’epoca delle indagini scattate nel 2010.

Sostanzialmente, imposero l’assunzione di loro sodali anche grazie all’intermediazione di esponenti politici locali che suggerirono i nominativi ai consiglieri di amministrazione. Fu accertato che molti degli assunti non si recavano al lavoro ma venivano regolarmente retribuiti e a loro carico non sono mai stati aperti procedimenti disciplinari e/o di licenziamento.

Quando i funzionari dell’Amica tentarono di contestare dette mancanze, Federico Trisciuoglio rispose con gravissime minacce di morte nei loro confronti. Avrebbe preteso la permanenza del figlio imponendo ai vertici di corrispondergli il pagamento degli stipendi – più di 65mila euro netti all’anno – nonostante spesso si assentasse dal luogo di lavoro.

L’ultimo arresto risale al mese di dicembre 2020, quando nell’ambito di un’operazione inserita nel solco tracciato da ‘Decimazione bis’, era stato accusato, insieme ad altre tre persone, della gestione del racket delle estorsioni, ovvero della riscossione di una vera e propria tassa di sovranità. Su un libro mastro era stata ritrovata la lista delle attività commerciali ed imprenditoriali estorte, nonché gli stipendi pagati agli associati.

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