Natale spento: le bollette impazzite spingono i sindaci all’austerity

Natale è lontano, mancano quasi tre mesi, ma già i Comuni si attrezzano per arrivare preparati a gestire nel migliore dei modi le politiche di risparm

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La Spesa so… spesa

Natale è lontano, mancano quasi tre mesi, ma già i Comuni si attrezzano per arrivare preparati a gestire nel migliore dei modi le politiche di risparmio energetico. E il primo taglio sul fronte dell’austerity riguarda proprio uno dei simboli più significativi delle feste natalizie: le luminarie.

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Da Bolzano a Napoli, passando per Brescia e Firenze, è tutto un tentativo di ridurre il caro bollette razionando illuminazioni artistiche di varia dimensione e complessità.

A questo aggiungete altre strategie di contenimento della spesa, come riduzione dell’orario dell’illuminazione pubblica di strade e campi sportivi comunali, e il quadro è bello che abbozzato. In politichese si chiama “piano di efficientamento” e prevede, all’interno delle varie amministrazioni comunali, la costituzione di apposite task force in grado di affrontare l’emergenza. Non solo. Gli ottomila Comuni italiani fanno molto affidamento anche sugli aiuti che provengono dallo Stato.

«Per aiutarci sul caro energia c’è per noi un pacchetto ristori da 860 milioni di euro – precisa Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani) – suddiviso in tre tranche. Abbiamo già ricevuto le prime tre: la prima di 200 milioni di un fondo straordinario come la seconda di 150 milioni, mentre la terza di 350 milioni ci è stata elargita grazie al Decreto legge 50/2022. La quarta tranche di 160 milioni di euro deve, invece, ancora essere erogata».

Ma queste sovvenzioni bastano a coprire solo il 30% dei 2 miliardi e 900 mila euro di spese per l’energia. «È quindi evidente – prosegue Decaro – che ogni amministrazione comunale deve escogitare qualche strategia di risparmio. Confidiamo che il nuovo governo che si insedierà a breve continui ad aiutarci, ma anche noi siamo impegnati in prima linea per gestire la crisi».

Ecco dunque luminarie natalizie ridotte o alimentate con sistemi di energia alternativa, luci a led al posto delle tradizionali illuminazioni pubbliche e, laddove ci si è mossi per tempo, cappotti termici nelle scuole per contenere il riscaldamento. Ma il capitolo su cui è più facile intervenire in maniera tempestiva e meno dannosa per la collettività riguarda proprio le luci di Natale. E così, ad esempio, Firenze sta studiando un progetto per sostituire il “Light festival”, in programma tra l’8 dicembre e il 6 gennaio, con illuminazioni autoalimentate da pannelli solari provvisori o pedalate di bicicletta. Napoli non ha più bandito la gara per le “Luci d’autore” che avrebbero dovuto illuminare le strade cittadine con le opere realizzate per l’occasione dall’artista partenopeo Lello Esposito. Il Comune di Udine ha già deciso di ridurre le luminarie natalizie, suggerendo ai privati di fare lo stesso. A Bolzano tutte le illuminazioni natalizie sono completamente a Led, garantendo così un basso consumo energetico, ma si provvederà comunque ad installare dei timer che consentiranno lo spegnimento anticipato delle luminarie alle 23 o alle 24. Timer notturno in azione anche a Bergamo dove il Natale sarà meno scintillante a causa dei costi troppo esosi. Brescia sta decidendo se dovrà fare i conti con il taglio delle luminarie o comunque con un importante ridimensionamento.

Sanremo sostiene che la vocazione turistica impone di mettere le luminarie, lo stesso il casinò, che però potrebbe attuare una riduzione di orario. Anche Torino non dovrebbe rinunciare alle sofisticate “Luci d’artista” che saranno finanziate non dalle casse comunali ma da Iren. Intenzionata a non spegnere le luci di Natale è pure Venezia, ma sta studiando un piano per utilizzare luci a led e ridurre gli orari di accensione.

Alcuni Sindaci in Puglia, invece, mettono le mani avanti e si stanno organizzando per scrivere una lettera al ministero per la Transizione ecologica chiedendo nuovi aiuti finanziari e ipotizzando come scenario estremo quella di spegnere il Natale.

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