Fuga dai pronto soccorso, in Puglia i medici preferiscono altre specializzazioni: “Troppi rischi”

ancora un  caso più eclatante è ancora una volta quello di Medicina di emergenza e urgenza: più della metà delle borse assegnate a Bari pe

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ancora un  caso più eclatante è ancora una volta quello di Medicina di emergenza e urgenza: più della metà delle borse assegnate a Bari per la scuola di specializzazione non sono state assegnate. Un dato in linea con quello nazionale, che conferma anche per il capoluogo pugliese una tendenza: i giovani medici preferiscono altre specializzazioni a quella che in futuro li porterà a lavorare in pronto soccorso. I dati sulle assegnazioni dei posti di specializzazione sono stati elaborati dall’Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri.Si parte dai numeri, quindi. A Bari, per esempio, il ministero della Salute ha assegnato 26 borse di studio per Medicina di emergenza e urgenza, ovvero per la specializzazione che forma i medici da destinare successivamente al pronto soccorso o al 118. Quattordici, però, non sono state assegnate: non alla prima tornata, almeno. Il bando per accedere alle diverse scuole di specializzazione è nazionale e teoricamente ogni candidato può indicare in ordine di gradimento tutte le specialità e di tutte le sedi universitarie, per un totale di mille scelte.Nessuno degli ammessi alla selezione, in altri termini, ha opzionato una delle borse che non è stata assegnata. In questo caso, almeno per quanto riguarda la scuola di specializzazione di Medicina di emergenza e urgenza a Bari, a indicarla sono stati soltanto dodici. E così il numero di borse e cioè di assegni per permettere la frequenza è superiore a quello di chi vorrebbe iscriversi. Un dato, quello di Bari, che non sorprende e che per esempio non si discosta dai numeri dell’Università di Foggia, l’altro ateneo pugliese che ha attivato le scuole di specializzazione. In questo caso le borse assegnate sono state otto, quattro delle quali finanziate con i fondi che vengono messi a disposizione dalla Regione Puglia. E la metà non è stata assegnata.

Da questi dati emerge come le specializzazioni unicamente legate all’attività ospedaliera, come appunto può essere quella di Medicina di emergenza e urgenza, sono quelle che meno attraggono i giovani medici. E il motivo è chiaro”, spiega Stefano Andresciani dell’Anaao Assomed Puglia. Chi sceglie di lavorare in pronto soccorso non può svolgere attività privata, guadagnando non più di 3mila euro e senza possibilità di crescita professionale. “Senza contare – aggiunge il sindacalista – dei rischi ai quali sono sottoposti i medici che lavorano al pronto soccorso”.

 

Per Alessandro Dell’Erba, preside del corso di laurea in Medicina, “non c’è soltanto un aspetto di remunerazione, ma un problema più generale di organizzazione generale. I medici del pronto soccorso sono costretti a fare turni intensi e non hanno possibilità di sbocco di tipo professionale”.

Scorrendo la ricerca condotta da Anaao emerge un altro dato, quello riguardante la scuola di specializzazione in Oncologia medica. Le borse assegnate con fondi statali sono state sette e cinque non sono state assegnate. Dati decisamente diversi, invece, quelli di altre scuole di specializzazione. Cinque assegni su cinque sono stati assegnati per quella in Chirurgia plastica, per esempio, e sei su sei per la scuola di Dermatologia.Quest’anno il ministero, accogliendo le richieste dei sindacati dei medici, ha aumentato il numero di borse di studio con 14mila 378 posti nelle scuole di specializzazione messi a bando quest’anno. Fra le Università di Bari e Foggia quella assegnate quest’anno sono più di 800, un numero più o meno in linea con quello relativo al 2021.

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