Pernigotti, produzione ripartita con Jp Morgan e doppi turni in fabbrica

Il closing con Jp Morgan slitta al 20 ottobre prossimo, per verificare alcune formalità propedeutiche alla chiusura del Deal, tra le quali l’acquisizi

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La cabina di regia è fissata per martedì, il consiglio dei ministri invece per il prossimo giovedì, ma probabilmente si attenderà davvero l’ultimo minuto – ovvero i dati dell’andamento dell’epidemia delle ultime ore – prima di scrivere quel decreto che più di altri segnerà un punto di snodo nelle regole da seguire da quando è cominciata la pandemia. Un testo assolutamente necessario, senza il quale sarebbe decretata la fine di ogni restrizione a partire dal Primo maggio e gli esperti sono invece ancora molto prudenti, visto che la circolazione del coronavirus è ancora alta e anche il numero dei morti è in media di quasi 140 al giorno. Troppi per calare ovunque dal viso anche le mascherine al chiuso, che il ministro della Salute, Roberto Speranza, pensa invece di lasciare ancora dove più alto è il rischio di contagio dovuto a vicinanza o numero di presenti. Resterebbe dunque l’obbligo anche negli stadi, mentre se ne dovrebbe fare a meno per andare al supermarket o fare shopping per negozi, così come per consumare un caffè al bar o quando ci sialza da tavola al ristorante, anche se si è al chiuso. Resta ancora tutto da dipanare, invece, il nodo scuola, ma tutto fa pensare che la situazione resti com’è fino all’obbligo servirebbe un nuovo atto di legge che difficilmente verrà promulgato. Per il resto – mezzi di trasporto, luoghi di lavoro, ospedali e Rsa – l’obbligo di mascherina resterà. Anzi, nelle strutture sanitarie fino al 31 dicembre sarà obbligatorio mostrare il Super Green Pass. Che per il resto scomparirà ovunque, anche nella sua versione basica. Per gli ultracinquantenni, per le forze dell’ordine e armate, il personale della scuola e delle università, resterà infine ancora fino al 15 giugno l’obbligo vaccinale, che sarà esteso al 31 dicembre per i lavoratori della sanità. Vediamo punto per punto Al lavoro Al lavoro dovrebbe restare l’obbligo di indossare la mascherina e fino alla fine dell’anno resta la possibilità di ricorrere allo smart working senza accordo collettivo. Il Green Pass non verrà più richiesto, ma resterà “attivo”. In vacanza Accesso in hotel così come nei B&B senza Green Pass e stesso discorso per i musei. Niente certificato anche per chi viaggia da e per l’Italia. In viaggio Restano le mascherine sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza e locali, come i tram. Gli esperti vogliono lasciare l’obbligo delle Ffp2 anziché dare il via libera alle chirurgiche. Cinema e teatri Addio green pass per cinema, teatro, discoteca stadi e concertoni. La mascherina dovrebbe restare obbligatoria al cinema, a teatro e comunque negli spettacoli al chiuso. Al ristorante Addio al green pass ovunque al chiuso per bar e ristoranti anche all’interno degli hotel. Via anche le mascherine quando ci si alza dal tavolo. A scuola A scuola restano le mascherine, dalle elementari in su, università comprese. L’obbligo a questo punto dovrebbe restare fino alla fine dell’anno scolastico e varrebbe tanto gli studenti che per il personale docente. Lo sport Per allenarsi, fare nuoto o attività in palestra, anche al chiuso, niente Green Pass. Lo stesso vale per centri benessere e termali, dalle saune ai bagni turchi. Cosa rimane Fino al 31 dicembre resterà l’obbligo di avere il Green Pass rafforzato per entrare in ospedale e nei luoghi dove si trovano le persone fragili, cioè malati e anziani. In questi casi andrà anche portata sempre la mascherina.

Il closing con Jp Morgan slitta al 20 ottobre prossimo, per verificare alcune formalità propedeutiche alla chiusura del Deal, tra le quali l’acquisizione del decreto di cassa integrazione straordinaria. Ma nel frattempo la fabbrica Pernigotti di Novi Ligure, in Piemonte, è ripartita con la produzione, da poco meno di due settimane. Nella storica fabbrica di cioccolato della provincia di Alessandria si lavora a pieno regime, le maestranze sono rientrate e dalla prossima settimana si dovrebbe passare al doppio turno di lavoro proprio per poter evadere ordini e commesse della campagna natalizia in corso, in collaborazione con la Walcor, azienda lombarda acquisita dal Gruppo americano qualche mese fa.

(IMAGOECONOMICA)

I sindacati, che hanno seguito la vicenda industriale di Pernigotti dal 2018, quando venne annunciata la volontà di chiudere lo stabilimento di Novi Ligure, hanno accolto positivamente la notizia della ripresa della produzione in fabbrica. «Abbiamo seguito i lavoratori in questi mesi e ora finalmente registriamo la ripresa delle attività nel polo produttivo – evidenzia Raffaele Benedetto, della Flai Cgil –. Aspettiamo ora la chiusura dell’operazione di acquisizione di Pernigotti per poter così aprire con la proprietà la discussione sul rilancio industriale del polo produttivo e l’ampliamento delle produzioni, a cominciare dalle creme spalmabili a marchio Pernigotti, finora prodotte, con la vecchia proprietà, in Turchia».Il piano industriale
Il piano industriale per il rilancio dello storico marchio del cioccolato presentato nelle settimane scorse al ministero dello Sviluppo economico da Jp Morgan Asset Management e da Walcor, prevede investimenti per 3,2 milioni destinati, tra l’altro, all’ammodernamento delle linee produttive nella fabbrica di Novi Ligure e al piano di marketing e pubblicità che la nuova proprietà, che rileva dai turchi di Toksoz, vuole sostenere per rilanciare il marchio presso Grande distribuzione e consumatori. Nero su bianco anche i volumi produttivi finora stimati, un milione e 600mila tonnellate nel 2023 per arrivare a regime a 2,9 milioni di tonnellate nei periodi successivi.L’obiettivo è di raggiungere i 20-25 milioni di ricavi nell’arco di 12-24 mesi, garantendo la piena occupazione, a regime, per gli addetti. La cassa integrazione straordinaria in via di definitiva concessione da parte del ministero del Lavoro è funzionale al rilancio dell’azienda e a sostenere l’occupazione, nelle more della ristrutturazione. Per ora la produzione è stata avviata sui macchinari ancora presenti in fabbrica, in una seconda fase saranno necessari ulteriori interventi per rafforzare la produzione.In queste settimane la quarantina di addetti di Pernigotti sta lavorando alla produzione di torrone destinato alla prossima stagione natalizia. Obiettivo dichiarato dalla nuova proprietà, infatti, era proprio garantire la campagna di Natale per Pernigotti, dunque il ritorno dei prodotti sugli scaffali della grande distribuzione già nelle prossime settimane, grazie ad un accordo di distribuzione in esclusiva definito con la stessa Walcor. Nei prossimi giorni si passerà alla produzione anche degli altri prodotti core a marchio Pernigotti.

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