Torna il tetto agli stipendi nella Pa, ok in commissione. Il decreto di nuovo Senato il 20

Salta alla Camera la deroga al tetto di 240mila euro per gli stipendi per i dirigenti della Pubblica amministrazione. La commissione Bilancio della Ca

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Salta alla Camera la deroga al tetto di 240mila euro per gli stipendi per i dirigenti della Pubblica amministrazione. La commissione Bilancio della Camera ha infatti approvato l’emendamento soppressivo della norma introdotta ieri nel dl aiuti bis dal Senato

Prima l’unanime l’approvazione in commissione al Senato, poi l’altrettanto unanime la fuga dalla norma che cancella il tetto dei 240mila euro annui agli stipendi di un selezionatissimo gruppo di alti dirigenti ministeriali e dei vertici delle Forze Armate. La novità, accolta con forte disappunto dal premier Draghi, è stata giudicata inopportuna anche dal presidente della Repubblica Mattarella a quanto si dice dal Quirinale.

Tramontata la strada dell’ordine del giorno

Tutti i partiti sono corsi ad annunciare o presentare emendamenti soppressivi della nuova norma. Ma lo stesso annuncio è stato fatto filtrare da Palazzo Chigi. Inizialmente si è pensato anche a una strada alternativa, in base alla quale il governo non avrebbe presentato l’emendamento se tutti i partiti si fossero impegnati a votare alla Camera l’ordine del giorno sulla cancellazione dell’addio al tetto, che sarebbe poi stato ripristinato dall’esecutivo nel decreto Aiuti-ter atteso nel fine settimana. Ma così non è stato.

Emendamento governativo giovedì alla Camera

L’emendamento governativo che rimette il tetto generalizzato agli stipendi sarà votato domani dalla Camera, e il decreto Aiuti-bis tornerà in Senato il 20: richiamando a Palazzo Madama senatori impegnati nella campagna elettorale o nel ritorno al vecchio lavoro (o alla ricerca di uno nuovo). Al caos politico si è insomma intrecciato quello procedurale, aggravato dal fatto che il blitz gonfia-stipendi è arrivato proprio sul finale della legislatura. Il punto in realtà è semplice.

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