Smart working fino al 31 dicembre per fragili e chi ha figli under 14

Quello che di fatto si presenta come l’ultimo treno parlamentare prima delle elezioni, la conversione in legge del decreto Aiuti-bis, produce un ricco

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Quello che di fatto si presenta come l’ultimo treno parlamentare prima delle elezioni, la conversione in legge del decreto Aiuti-bis, produce un ricco pacchetto di norme sul lavoro. Che prorogano fino al 31 dicembre il diritto allo Smart working totale per i lavoratori fragili e i genitori di figli fino a 14 anni, con tanto di conferma delle procedure semplificate di comunicazione; e nel lavoro pubblico regalano la prospettiva di una stabilizzazione dal 2027, con semplice valutazione positiva e colloquio, per i titolari dei contratti a tempo determinato attivati dalle pubbliche amministrazioni per il Pnrr. In pratica, il futuro dei tecnici entrati negli uffici pubblici con le selezioni extra del Piano, si fa decisamente più sicuro rispetto alla riserva del 40% nei concorsi introdotta l’anno scorso dal decreto sul reclutamento. Ancora più immediato è l’effetto di un’altra novità, riservata ai direttori generali che operano nelle sedi territoriali delle Pa attuatrici di progetti Pnrr: i loro contratti, se scadono prima di fine anno, saranno automaticamente allungati fino al 31 dicembre 2023 (o al 30 giugno se prevarrà l’ipotesi alternativa).

Ultime mediazioni e ritocchi in vista del voto in Aula

Le novità arrivano dal pacchetto di correttivi riformulato dopo il confronto con il governo, piovuto nel tardo pomeriggio di lunedì in commissione Bilancio al Senato.

Sullo Smart Working, si confermano le condizioni in vigore fino al 31 luglio, ovvero che la modalità di lavoro agile sia compatibile con le caratteristiche della prestazione, che in famiglia non ci sia un altro genitore beneficiario di ammortizzatori sociali o non lavoratore. Le risorse sono pescate dal Fondo sociale per l’occupazione del ministero del Lavoro.

La misura era scaduta lo scorso 31 luglio, e non rinnovata per problemi di copertura, ma il ministro del Lavoro, Andrea Orlando aveva annunciato che sarebbe stata reintrodotta durante l’inter parlamentare del Dl Aiuti bis. Queste due categorie di lavoratori dal 1° agosto sono privi della tutela di legge per il ricorso allo Smart Working: sono dovuti rientrare in presenza, nelle imprese che hanno siglato un accordo aziendale sul lavoro agile con le rappresentanze sindacali secondo le modalità previste dall’intesa. L’unica protezione, in questo periodo, è stata fornita dal Dlgs 105 del 2022 (articolo 4 lettera b), secondo cui i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi sul lavoro agile devono riconoscere «priorità» alle richieste formulate dalle lavoratrici e dai lavoratori con figli fino a dodici anni, o senza alcun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità, o alle richieste dei lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata o caregivers.Ma nel più classico dei calderoni “omnibus”, favorito dal fatto che da qui al 25 settembre non ci saranno altre occasioni di interventi normativi per il Parlamento, il gruppo di emendamenti agisce a tutto campo.

Per attuare l’intervento sulla produzione nazionale di microchip previsto dal Pnrr (Missione 1, Componente 2, Investimento 2) si prevede un contributo a fondo perduto di 340 milioni divisi fra quest’anno e il prossimo a STMicroeletronics, la società italo-francese con sede a Ginevra attiva nella produzione di componenti elettronici resi carenti dalle crisi recenti di catene internazionali e logistica.

Salvi i «docenti esperti»

Sempre in fatto di Pnrr, alla fine di un fitto confronto viene di fatto salvata la figura del «docente esperto», introdotta dalla riforma connessa al Piano e considerata irrinunciabile dal governo. Le pressioni arrivate da sinistra, Pd in primis, producono solo un cambiamento nominalistico, che trasforma il docente esperto in «docente stabilmente incentivato» nelle progressioni di carriera. Salvando il principio della selezione. Ma il confronto è ancora in corso per introdurre un aggancio esplicito al contratto nazionale.

Un correttivo importante riguarda i pensionati in difficoltà. In particolare, sale da 750 a mille euro il limite che mette al sicuro gli assegni previdenziali dalla pignorabilità.

Tornando alle proroghe, viene esteso fino al 31 dicembre il regime transitorio semplificato per i trasporti eccezionali, chiesto a gran voce dalle imprese per evitare rischi di blocco.

Gli emendamenti portano poi una serie di microfinanziamenti. Alle società sportive vanno 50 milioni per far fronte al caro-bollette, mentre un ventaglio ampio di mini-aiuti, anche ordinamentali, riguarda i Comuni in crisi, soprattutto in Sicilia e Sardegna.

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