Falsi video hot, la docente di Manfredonia: “Non ero io, grave danno alla mia onorabilità” partite le indagini

La diffusione di notizie false, con lo scopo di screditare una persona sul piano privato, è una delle problematiche più insidiose del mondo del web e

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La diffusione di notizie false, con lo scopo di screditare una persona sul piano privato, è una delle problematiche più insidiose del mondo del web e dei social. Lo sa bene una cittadina di Manfredonia che, dopo aver dovuto subire la maldicenza e il pettegolezzo di tanti concittadini che hanno fatto girare un suo (finto) video intimo fra social e chat private, ora ha deciso di denunciare.

Questa mattina il Quotidiano l’Attacco, con un’intervista a firma della giornalista Lucia Piemontese, ha raccontato la storia di Brunella Magno, stimata docente di religione di Manfredonia, colpita l’anno scorso dalla diffusione di un falso video intimo. “La prima segnalazione arrivò a settembre 2021”, racconta Magno. “Via sms una collega mi avvertì: sei sulla bocca di tutti, sta circolando un video su WhatsApp in cui sei rappresentata in atteggiamenti intimi. Ne stanno parlando molti alunni e genitori”.

La donna inizialmente pensava a un video goliardico realizzato dai suoi alunni in classe, ma subito dopo ha capito la gravità della cosa. Nonostante non fosse lei ritratta in quel video, Magno ha dovuto subire attacchi, pettegolezzi e dicerie pericolose. “Mi ha ferito profondamente la facilità con cui sono stata messa alla gogna a Manfredonia con questo breve filmato. Per quanto si trattasse di un fake e fosse evidente che le fattezze della donna del video erano diverse dalla mia, tanti ci hanno creduto. Letteralmente di bocca in bocca si diffuse il pettegolezzo che il video ritraesse me, persino tra quanti nemmeno lo avevano visto”.

Questa diffusione di un finto video ha lesa la mia serenità, onorabilità e mi ha ferita profondamente. Magno ha denunciato, all’inizio ha avuto problemi a far scattare il codice rosso (proprio perché non era lei nel video), ma dopo la Procura ha compreso la gravità del caso. L’indagine, ora, è finalmente partita e la Procura – come ha raccontato la docente, arriverà a concludere le dovute indagini.

Magno a distanza di un anno ha deciso di raccontare pubblicamente la sua disavventura per mettere in guardia altre donne minacciate e colpite da simili metodi. “Sto provando a uscirne stando vicino alle mie amiche più care..Ne sto venendo fuori pian piano, provando a immaginare cosa posso fare da docente e da cittadina per evitare che le donne possano essere lese anche in questo modo. Mi era stato consigliato di tacere, invece è proprio urlando la verità che posso stare meglio con me stessa”, la conclusione dell’intervista di Magno a Lucia Piemontese de l’Attacco.

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