Il boom del turismo (fatture +66%) mette in salvo il Pil dell’estate

Nonostante l’inflazione e le condizioni di finanziamento peggiorate con uno scenario internazionale dominato dalla guerra in Ucraina e da una cons

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(ANSA)

Nonostante l’inflazione e le condizioni di finanziamento peggiorate con uno scenario internazionale dominato dalla guerra in Ucraina e da una conseguente grande incertezza, nell’estate del 2022 il turismo ha ripreso a girare. E l’Italia è subito pronta a raccogliere i benefici della prima stagione di quasi normalità dopo un biennio di restrizioni legate all’emergenza pandemica. I numeri di prenotazioni, arrivi aeroportuali e occupazione di stanze trovano un immediato riscontro nei dati della fatturazione elettronica che, nel primo semestre dell’anno, per i servizi di alloggio e ristorazione, fanno registrare un incremento dell’imponibile Iva del 66% rispetto allo stesso periodo 2021. Si tratta di dati non ancora definitivi ma che tuttavia danno già il segnale di un cambio di velocità.Alla salute ritrovata del turismo sono appese anche le prospettive dell’economia italiana e quindi dei conti pubblici. Perché la corsa di spesa e fatturati che si registra in Italia, complici anche il caos degli aeroporti che ha trattenuto molti dall’idea di una vacanza all’estero e il dollaro forte che ha favorito gli arrivi dagli Stati Uniti, può rivelarsi decisiva a diradare le «nuvole» dall’andamento economico del terzo trimestre, il cuore dell’estate, spingendole verso il quarto. Non sarebbe un risultato da poco, perché aiuterebbe parecchio a consolidare quel +3,4% di crescita acquisita a giugno, superiore di tre decimali dall’obiettivo annuale fissato dal governo ad aprile, tenendo il deficit nei binari previsti e spingendo il debito verso quota 145% del Pil (anche grazie all’inflazione).

La speranza non è peregrina perché il turismo (dati Istat) vale intorno al 6,4% del Pil nei suoi prodotti caratteristici, e sale sopra il 9% considerando l’indotto (per esempio lo shopping dei viaggiatori). E il suo peso specifico è ovviamente maggiore nel trimestre estivo.

Tra i bilanci pubblici aiutati dal turismo ci sono poi anche quelli comunali. Nei primi sette mesi del 2022 i sindaci hanno incassato dall’imposta di soggiorno 158,6 milioni, con un balzo del 194% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Certo, nel confronto pesa un avvio del 2021 ancora dominato dal rischio pandemico (nei primi sei mesi il confronto dà +330%), ma anche a luglio l’aumento è stato del 37,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

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