“Schiaffo” agli agricoltori del Parco del Gargano: nessuna deroga per l’abbruciamento delle frasche

Niente da fare per gli olivicoltori di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi Garganico. La maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale ha e

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Niente da fare per gli olivicoltori di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi Garganico. La maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale ha espresso voto contrario all’emendamento attraverso il quale – spiega Giannicola De Leonardis – “chiedevamo al governo regionale di risolvere l’annosa questione relativa alla disciplina in materia di smaltimento dei residui di potatura degli ulivi che impedisce la bruciatura delle frasche nei territori ricadenti nel Parco del Gargano. Per il consigliere regionale “è uno schiaffo alle istanze degli agricoltori”.

A nulla è valsa la raccolta firme per sensibilizzare gli organi competenti alla modifica della legge regionale vigente, “che non tiene conto della conformazione montana delle campagne di questi territori che rende impossibile la trinciatura del frascame, nonché la prevenzione e la difesa fitosanitarie” evidenzia De Leonardis, secondo il quale la conformazione geografica di questi territori rende impossibile l’arrivo sui luoghi, scoscesi, e la conseguente azione dei mezzi agricoli deputati al lavoro di trinciatura e smaltimento dei residui di potatura.

Nessuna deroga, quindi, alla normativa regionale vigente. L’avevano chiesta, congiuntamente, attraverso una lettera ufficiale, i dirigenti provinciali delle tre maggiori organizzazioni sindacali degli agricoltori, Coldiretti Foggia, Cia Capitanata e Confagricoltura Foggia, attraverso una lettera indirizzata al presidente Michele Emiliano, all’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia e all’ex Prefetto di Foggia Carmine Esposito. “Come è noto, l’olivicoltura e l’agrumicoltura sono le più importanti attività agricole del Gargano e assumono un importante significato socio-economico per l’intera area geografica. Il contesto normativo regionale, vietando di fatto l’abbruciamento dei residui di potatura, ai noti problemi connessi alla difficoltà di controllo di fitofagi, contrastabili in modo puntuale esclusivamente con l’abbruciamento delle chiome degli alberi, si aggiungono quelli collegati all’impossibilità di accesso con mezzi meccanici alle citate aree per lo più estremamente acclive, per eseguire le permesse operazioni di cippatura/trinciatura. Alla luce di quanto sopra, anche al fine di scongiurare l’abbandono delle terre garganiche coltivate ad oliveti, con aggravio dei noti problemi di dissesto idrogeologico causati dall’assenza antropica, chiediamo la concessione di un’apposita deroga al disposto dell’art. 2, comma 4 della L.R. n. 38/2016″.

La lettera era accompagnata da un documento che riportava uno studio elaborato dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia e dall’Ordine Agronomi e Forestali, che mette in evidenza come l’abbruciamento dei residui di potatura sia fondamentale per evitare “il diffondersi degli attacchi di alcune specie di insetti fitofagi e di fitoparassiti”.

Nei mesi scorsi i carabinieri forestali avevano comminato alcune sanzioni, determinando, secondo De Leonardis, “un pesante disagio economico e sociale ad una categoria già duramente colpita dalla crisi e dalla lievitazione dei costi dei carburanti”. Ergo, aggiunge il consigliere regionale dei Fratelli d’Italia, “l’abbandono da parte degli agricoltori di aree e coltivazioni pregiate, in questo caso, è un serio pericolo”.

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