Referendum: a Bari e in Puglia vince il no all’abrogazione della legge Severino

Bari e la Puglia dicono “no” all’abrogazione della legge Severino. Alle urne, per il referendum sulla giustizia di ieri 12 giugno, nel capoluogo p

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Referendum: a Bari e in Puglia vince il no all'abrogazione della legge Severino

Bari e la Puglia dicono “no” all’abrogazione della legge Severino. Alle urne, per il referendum sulla giustizia di ieri 12 giugno, nel capoluogo pugliese (dove non si votava in contemporanea per le amministrative) è andato soltanto l’11,26 per cento degli aventi diritto. E proprio per il primo quesito, quello sulla scheda rossa, è arrivato un dato in controtendenza rispetto a quello nazionale: il 54,56 per cento dei votanti ha barrato no. Insomma, un risultato netto e chiaro se si considera l’alto tasso di astensione. Tra l’altro, nella città amministrata dal presidente Anci Antonio Decaro che aveva ribadito la necessità, condivisa con i sindaci italiani, di superare la normativa.

Quindicimila 175 cittadini hanno votato contro l’abrogazione della Severino e 13.096 invece erano a favore. Si sono contate anche 255 schede nulle e 316 bianche. Il quesito, nello specifico, riguardava l’abrogazione del Testo unico delle disposizioni sull’incandidabilità e sul divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo dopo sentenze definitive di condanna per delitti non colposi: riguarda sia cariche nazionali sia quelle locali, ma per queste ultime è più stringente dato per la sospensione può essere sufficiente la condanna in primo grado.

“L’attuale normativa in base alla legge Severino prevede una sospensione di diciotto mesi dal mandato amministrativo, seppur in assenza di una condanna definitiva, anche per reati minori e soprattutto per un reato dal profilo incerto come l’abuso d’ufficio – aveva spiegato a febbraio Decaro – La stragrande maggioranza di queste sospensioni decade alla loro scadenza e l’unica conseguenza che ne deriva è un grave danno per la vita della comunità che rimane senza guida, e per la figura del sindaco, la cui vita politica e personale viene inevitabilmente segnata. Ribadiamo come Anci la necessità che la legge Severino venga modificata, che sia per scelta degli elettori o per una iniziativa del Parlamento”.

I baresi hanno votato “no”, con un 50,70 per cento, anche al secondo quesito riguardante il carcere preventivo per chi può reiterare il reato. Invece nei restanti tre quesiti ha prevalso il sì: 72,46 per cento per quello sulla separazione delle funzioni dei magistrati, il 69,7 per cento sui membri laici nei consigli giudiziari e 70,55 per cento sulle elezioni dei componenti togati del Csm.

Quello del “no” all’abrogazione della Severino non è stato un caso solo barese. In generale, in Puglia, ha prevalso con un 50,67 per cento. E nell’intera provincia di Bari il “no” è arrivato al 53,73 per cento. A Barletta (dove i votanti erano il 62,4 per cento per la concomitanza con le amministrative) il “sì” è stato sconfitto 44,9 a 55,1. A Foggia il “no” ha raggiunto il 54,47 per cento e a Taranto il 51,36 per cento.

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