Sanità, mancano all’appello 90 medici nei pronto soccorso della Puglia. Mezzi protezione civile fermi

Nei pronto soccorso della Puglia mancherebbero all’appello almeno 90 medici, pari al 40% del fabbisogno complessivo calcolato per il triennio 2020

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Nei pronto soccorso della Puglia mancherebbero all’appello almeno 90 medici, pari al 40% del fabbisogno complessivo calcolato per il triennio 2020-2022, che ne prevede almeno 225 in servizio. E’ quanto riportato in uno studio elaborato dal sindacato dei medici Cimo Puglia. «Un numero – si legge nel report – in ogni caso sottostimato, poiché non tiene in considerazione i pronto soccorso di Foggia e le strutture spoke». Secondo il monitoraggio Cimo, nell’ospedale di Barletta mancherebbero 13 medici, la situazione più grave; segue Brindisi con 12 medici, Santissima Annunziata di Taranto e Vito Fazzi di Lecce dove mancano 10 medici a testa, segue il Policlinico di Bari con 8. L’unico pronto soccorso a rispettare il fabbisogno sarebbe quello Bisceglie, dove risultano in servizio tutti i 12 medici ritenuti necessari. «Il blocco delle assunzioni, stabilito dall’assessore ignorando ancora una volta qualsiasi tipo di confronto con le sigle sindacali, è l’ultimo affronto a medici e professionisti sanitari», commenta Arturo Oliva, segretario Cimo Puglia. «La carenza di personale – aggiunge – è grave in tutti i reparti ospedalieri, ma non si può continuare ad ignorare quello che sta accadendo nei pronto soccorso».

MEZZI PROTEZIONE CIVILE FERMI: RISOLVEREMO

«Il problema è reale. Ciò che però sfugge ai colleghi di opposizione che lo hanno sollevato additandomi quale responsabile in veste di attuale presidente del comitato regionale di Protezione civile, è che questo problema esiste da anni. E io, se avessero avuto il buon cuore di informarsi, sto cercando di risolverlo. Basterebbe guardare le date». E’ la replica del presidente della Protezione civile pugliese, Maurizio Bruno (Pd) alle accuse mosse dal centrodestra, in particolare dal capogruppo de La Puglia domani, Paolo Pagliaro, sul mancato utilizzo di diversi mezzi della Protezione civile, acquistati ma lasciati nei garage fermi. «E’ infatti – spiega Bruno – delle scorse settimane la lettera con cui il dirigente regionale di sezione Nicola Lopane ha su mia sollecitazione chiesto alla Provincia di Lecce informazioni sulle due autovetture». «Ed è di pochi giorni fa la risposta della stessa Provincia. Di fatto – continua – per chi fosse interessato alla questione, si precisa che le due autovetture furono acquistate nel 2016 grazie ai fondi regionali Fesr. Ma i due mezzi non sono di proprietà della Regione, ma della Provincia. Sta quindi alla Provincia di Lecce decidere cosa farne». «Avviato il colloquio quindi ora la stessa Provincia formulerà delle proposte su come e a chi destinare i due mezzi, ed alla Regione fornire l’eventuale nulla osta. Sono certo -conclude Bruno – che a strettissimo giro l’intera questione si risolverà e queste risorse pubbliche, acquistate per la sicurezza del territorio e dei cittadini, torneranno a essere operative come già da tempo avrebbero dovuto». Sui mezzi di Protezione civile non utilizzati «presenterò domani una mozione per chiedere che sia la Regione, fatta la ricognizione, a provvedere alla immediata assegnazione a chi ne farebbe uso utile alla collettività, come gli interventi antincendio che vedono in prima linea, insieme ai vigili del fuoco, le associazioni di protezione civile». Lo annuncia il capogruppo de La Puglia domani in Consiglio regionale pugliese, Paolo Pagliaro. «Mi sembra – sostiene – il modo più intelligente e giusto per dare attuazione alla finalità per cui questi mezzi sono stati acquistati e assegnati, a tutela dell’incolumità delle persone e a salvaguardia dell’ambiente». “Mentre i vigili del fuoco e le associazioni di protezione civile – aggiunge – sono impegnati a spegnere incendi a mani nude, fuoristrada e mezzi speciali restano fermi nei garage della Provincia di Lecce e nelle autorimesse sparse per la Puglia, accumulando polvere e deteriorandosi. È un paradosso che ho segnalato già da tre settimane».

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