Mafia, strage San Marco: in scena i collaboratori di giustizia. Baffino e Della Malva confermano la tesi accusatoria

In scena i pentiti. Oggi a Bari nuova udienza del processo d’appello a Giovanni Caterino, condannato in primo grado all’ergastolo per il quadrupli

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Strage di San Marco in LamisAl via il processo al basista -  CorrieredelMezzogiorno.it

In scena i pentiti. Oggi a Bari nuova udienza del processo d’appello a Giovanni Caterino, condannato in primo grado all’ergastolo per il quadruplice omicidio del 9 agosto 2017 davanti alla vecchia stazione di San Marco in Lamis. Quel giorno un commando di killer uccise Mario Luciano Romito, il cognato Matteo De Palma e i contadini Aurelio e Luigi Luciani. Unico colpevole, almeno finora, il 42enne manfredoniano Caterino, alias “Giuann Popò”, ritenuto basista dell’agguato per conto del clan Li Bergolis-Miucci-Lombardone, rivale dell’organizzazione un tempo capeggiata da Romito. L’ipotesi tracciata dagli inquirenti è quella che porta alla storica guerra tra il gruppo di Mario Romito e i Li Bergolis, ma non si esclude che alcuni alleati del boss di Manfredonia possano averli girato le spalle.

Oggi sono stati ascoltati Andrea Quitadamo detto “Baffino junior”, 32enne di Mattinata e Danilo Della Malva alias “U’ Meticcio”, 36enne di Vieste, appartenenti al gruppo di Romito, almeno fino alla loro decisione di collaborare con la giustizia. Entrambi hanno confermato la tesi accusatoria secondo cui Caterino avrebbe fatto da basista allo scopo di favorire il gruppo criminale dei “Montanari”. Prossima tappa del processo a fine giugno quando saranno sentiti il boss di Vieste Marco Raduano detto “Pallone”, anche lui vicino ai “successori” di Mario Romito e Tommaso Tomaiuolo, quest’ultimo ritenuto dagli inquirenti una persona di fiducia del boss Enzo Miucci alias “U’ Criatur”, reggente del clan montanaro. Intanto, l’8 giugno inizieranno le operazioni di trascrizione di una serie di intercettazioni. Il perito si è preso 60 giorni di tempo e sarà sentito ad ottobre.

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