Borgo Mezzanone, stop all’appalto di Lerario

Già a poco meno di un mese dall’arresto per tangenti di Mario Lerario, la Regione si è resa conto di quello che non andava negli appalti affidati

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Borgo Mezzanone, stop all’appalto di Lerario

Già a poco meno di un mese dall’arresto per tangenti di Mario Lerario, la Regione si è resa conto di quello che non andava negli appalti affidati dall’ex capo della Protezione civile. E anche le relazioni del nuovo responsabile del procedimento Roberto Polieri, subentrato al collega ingegnere indagato insieme a Lerario, sono entrate a far parte dell’inchiesta della Procura di Bari: l’appalto da 2,5 milioni di euro per i container «covid» del Cara di Borgo Mezzanone (in territorio di Manfredonia), affidato a settembre 2021 da Lerario alla Edil Sell.a dell’imprenditore Luca Leccese, è stato infatti rescisso in autotutela all’inizio di febbraio per gravissime irregolarità.

Lerario (difeso dall’avvocato Michele Laforgia), Leccese e l’altro imprenditore Donato Mottola, di Noci, sono tuttora ai domiciliari: il 16 giugno andranno a processo per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, dopo che il procuratore Roberto Rossi e l’aggiunto Alessio Coccioli hanno chiesto il giudizio immediato. È probabile che Lerario, arrestato il 23 dicembre dopo aver preso una mazzetta (due quelle contestate per un totale di 30mila euro, a fronte di appalti per 5 milioni ai due imprenditori), chieda il giudizio abbreviato per usufruire del relativo sconto di pena.

L’appalto per i container di Borgo Mezzanone è il più importante tra quelli finiti nel mirino della prima tranche di indagini sul sistema dell’emergenza in Puglia. La relazione di Polieri, acquisita dalla Finanza, mette in evidenza quello che la Procura considera il «trucco» usato da Lerario per indirizzare l’appalto a Leccese: alla procedura negoziata la Regione ha invitato 22 imprese e ha ricevuto due sole offerte. Una è quella della Edil Sell.a, che però non possedeva la categoria Soa Os-18a (componenti strutturali in acciaio) necessaria «in relazione all’importo prevalente delle forniture», cioè i container prefabbricati. Categoria che – guarda caso – nella lettera d’invito non era prevista. Il «problema» viene risolto, dopo l’aggiudicazione, attraverso un subappalto alla Dmeco di Mottola. Peccato che la legge, in questo caso, non consentisse il subappalto.

La vicenda è finita anche nelle intercettazioni, in cui Lerario chiama Mottola preoccupato per i ritardi nella fornitura dei container. E – secondo la Finanza – «sembra emergere che la Dmeco sia stata incaricata direttamente da Lerario per la fornitura di moduli abitativi, inducendo così Leccese a rivolgersi alla stessa per ottemperare alle opere previste dall’appalto». Al punto che, dopo un colloquio in Regione con l’allora dirigente, Mottola chiama soddisfatto la moglie per informarla del nuovo appalto: «Confermato i cento! (…) Mi ha detto “che sei in ritardo”… e ho detto “no dottore, perché, mi stai dando il 15 di ottobre mi stai dando i moduli, ti voglio tanto bene, ma come dobbiamo fare, mo considera che a me fine settimana prossima mi arrivano i pannelli, quindi da quella data in poi posso consegnarti” (…). Mi ha detto ha cinquantamila euro a disposizione».

Il sopralluogo svolto a inizio gennaio a Borgo Mezzanone dal nuovo Rup ha però mostrato non solo che i lavori erano in grave ritardo. Ma anche che «i moduli abitativi risultano posizionati direttamente sull’asfalto entro le pozzanghere d’acqua», e soprattutto che «non risulta acquisito alcun titolo edilizio urbanistico per i lavori di realizzazione del piazzale comprensivi delle reti di fogna nera e bianca, di adduzione idrica e di fornitura di energia elettrica, anche se i moduli abitativi sono amovibili». Il nuovo campo per i migranti, insomma, oltre che fatto in ritardo e in modo approssimativo era pure abusivo.

La Finanza ritiene che Lerario si comportasse da vero e proprio dominus, fino al punto da affidare a Leccese i lavori a voce, senza nemmeno saperne il costo. «Fatta questa quantificazione, che mi mandi – dice Lerario il 2 dicembre all’imprenditore -… la puoi mandare a me, la puoi mandare a Lorenzo Natrella, la puoi mandare ad Antonio Mercurio… la mandi a chi vuoi, tanto alla fine sempre a me arrivano! E il circuito è sempre lo stesso». Un «circuito» che chi indaga ritiene illegittimo.

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