La deputata Troiano mette zizzania tra i Cinquestelle: gli attivisti vogliono fuori Quarato e Baia

Galeotto fu il brindisi. Nelle chat interne del Movimento 5 Stelle foggiano si sarebbe scatenato il putiferio nelle ultime ore. Le testimonianze f

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Galeotto fu il brindisi. Nelle chat interne del Movimento 5 Stelle foggiano si sarebbe scatenato il putiferio nelle ultime ore. Le testimonianze fotografiche della presenza di Giovanni Quarato, Fabrizio Baia e Michele Tomasulo all’inaugurazione della nuova segreteria parlamentare dell’ex Cinquestelle Francesca Troiano avrebbero fatto scoppiare il finimondo.

L’ingegnere, candidato sindaco M5S nel 2019, si è affacciato al primo piano del civico 35 di piazza Cesare Battisti quando il ‘caffè con la parlamentare’ era ormai agli sgoccioli. Accortosi anche della presenza della stampa, ha tenuto a precisare che la sua era solo una “visita di cortesia” e ha declinato gentilmente l’invito ad unirsi alla foto di gruppo che avrebbe potuto creare qualche imbarazzo. Era arrivato con lui Fabrizio Baia, rimasto defilato almeno fino a quando non è stato immortalato con il calice in mano, al cincin senza giornalisti.

La deputata ha pubblicato in bella vista sulla sua pagina proprio le foto che inchiodano i grillini foggiani, a corredo di un post che si conclude con un ringraziamento “a tutti coloro che hanno reso la giornata di ieri l’inizio di un percorso condiviso”. Quanto basta per mettere un po’ di zizzania nei Cinquestelle di Foggia e provincia. Michele Tomasulo parlava, invece, già da ex attivista durante l’evento, esprimendo la sua delusione e corroborando la tesi dell’onorevole Troiano sul “disastroso tracollo elettorale” del Movimento. Eppure, pare che fosse considerato ancora parte integrante dei Cinquestelle, inserito nelle chat, per quanto si percepisse un certo distacco. E proprio nella serata di ieri, Giovanni Quarato e Fabrizio Baia avevano partecipato ad una riunione del Movimento senza fare alcuna menzione della “visita di cortesia”, con qualche spiegazione che forse avrebbe avrebbe risparmiato il processo sommario.

Gli attivisti, indignati, avrebbero chiesto la loro testa. Già estromessi dalle chat, ora li vorrebbero fuori dal M5S. Lo scivolone dell’ingegnere, questa volta, potrebbe seriamente costargli la permanenza nei Cinquestelle, in bilico già più di un anno fa quando Rosa Barone, Mario Furore e Marco Pellegrini gli avevano chiesto di dimettersi dalla presidenza della commissione Ambiente e Territorio del Comune di Foggia dopo gli scandali che avevano travolto Palazzo di Città. A marzo del 2021 ha lasciato la carica, ma probabilmente le ferite non si sono mai del tutto cauterizzate. Gli attivisti hanno preso come un affronto la sua presenza nel quartier generale di Francesca Troiano, che non è stata certo tenera con il Movimento, anticamera di un altro psicodramma grillino. Sono pronti ad accompagnarli alla porta e, si sa, decide la base e la democrazia della Rete avrebbe già rivolto il pollice all’ingiù.

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