Energia, scatta il risparmio negli edifici pubblici: le regole in vigore dal 1° maggio

Scatta dal 1° maggio la stretta sulla temperatura di condizionatori e riscaldamenti degli edifici pubblici. Un’importante risposta sul piano del ris

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(Andrey Popov - stock.adobe.com)

Scatta dal 1° maggio la stretta sulla temperatura di condizionatori e riscaldamenti degli edifici pubblici. Un’importante risposta sul piano del risparmio dei consumi di fronte alla crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina. Il decreto “bollette” (approvato definitivamente il 21 aprile) stabilisce che fino al 31 marzo 2023 i condizionatori non potranno portare gli edifici a misurare una temperatura minore di 27 gradi centigradi, con un margine di tolleranza di 2 gradi, per cui il minimo fissato è di 25 gradi. In inverno, invece, la temperatura non potrà salire oltre i 19 gradi, ma anche in questo caso sono previsti 2 gradi di tolleranza, quindi 21 gradi.

Le esclusioni: ospedali

Dal piano con il quale il Governo punta a limitare i consumi e in prospettiva a ridurre la dipendenza dal gas russo in attesa di alternative, restano esclusi – oltre a tutti gli edifici privati – gli ospedali, le cliniche e le case di cura, oltre alle strutture protette per l’assistenza e il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici. L’esclusione riguarda solo le zone riservate alla permanenza e al trattamento medico dei degenti o degli ospiti.

Le eccezioni per piscine e ambasciate

Le autorità comunali possono concedere deroghe per piscine e saune, sedi di rappresentanze diplomatiche e di organizzazioni internazionali ( ma solo se non ospitate in stabili condominiali). Scelte che devono essere motivate da esigenze legate alla specifica destinazione d’uso degli edifici.

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