Si stringe la morsa dell'Esercito russo sull'acciaieria Azovstal di Mariupol e sul Donbass, mentre Mosca espelle 37 diplomatici europei. Il Ministe
Si stringe la morsa dell’Esercito russo sull’acciaieria Azovstal di Mariupol e sul Donbass, mentre Mosca espelle 37 diplomatici europei.
Il Ministero della Difesa russo continua a lanciare ultimatum agli ucraini che restano asserragliati nell’acciaieria di Mariupol sulla quale, intanto, non cessano i bombardamenti, anche con armi anti-bunker.
All’interno vi sarebbero anche un migliaio di civili che Mosca sollecita Kiev a far uscire, accusando gli ucraini di volerli usare come scudi umani. Intanto l’intelligence ucraina diffonde l’ intercettazione di una telefonata tra un militare russo e sua moglie in cui sostiene che da Mosca sarebbe partito invece l’ordine di “radere al suolo” l’acciaieria, dove, a suo dire, sarebbero rimasti solo pochi ‘irriducibili patrioti’. L’acciaieria Azovstal di Mariupol è stata “quasi completamente distrutta”: lo afferma Svyatoslav Palamar, vice comandante del battaglione Azov, citato da Nexta tv, media bielorusso di opposizione. “Bombe super potenti sono state sganciate sull’impianto e i civili sono sotto le macerie”, ha denunciato Palama.
Nelle ultime 24 ore la Russia ha aggiunto altri due battaglioni nel Donbass, portando il numero totale a 78. Lo ha detto un alto funzionario del Pentagono in un briefing con la stampa. Secondo la fonte la Russia ha ancora circa il 75% di soldati e mezzi accumulati prima dell’invasione dell’Ucraina
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