Tumori, una strage nel silenzio: 500 morti al giorno

«Nel 2021 abbiamo avuto 183.200 morti di cancro, a fronte di 160mila vittime di Covid in due anni. Mi sembra che i numeri si possano commentare da

CALCINACCI SI STACCANO DAL PONTE, SULLA STATALE 89 DIREZIONE GARGANO
Puglia, maxi operazione contro il lavoro nero.
Mercedes accelera su elettrico, su alcuni mercati target 100% ZEV entro 2030

mammografia

«Nel 2021 abbiamo avuto 183.200 morti di cancro, a fronte di 160mila vittime di Covid in due anni. Mi sembra che i numeri si possano commentare da soli». L’oncologo Francesco Schittulli sottolinea con forza i dati che in effetti parlano da soli nella loro gravità e cerca di avviare una riflessione anche alla luce dei 100 anni della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori di cui è presidente.

«Ripeto spesso che in questi due anni abbiamo vissuto “anche” la pandemia di Covid – spiega -, non per minimizzare, assolutamente, ma per sottolineare che ci sono anche altre emergenze che purtroppo sono state accantonate, sia nelle priorità di Governo, sia per l’intensa pressione mediatica. In quest’ultimo periodo non si è parlato altro che di coronavirus e le persone sono state prima prese dall’ansia, poi dalla paura, per finire al panico. Ora però è il momento di ritrovare l’equilibrio e ripensare le priorità».

E tra le priorità le diagnosi di tumore lo sono sicuramente. Da due anni gli ospedali intasati di malati Covid e l’assistenza sanitaria praticamente monopolizzata, hanno messo in secondo piano tutto il resto. Sono stati procrastinati tanti interventi già programmati, ma soprattutto è mancata la prevenzione contro i tumori.

«In tanti hanno preferito stare alla larga dagli ospedali o ambulatori – conferma il professor Schittulli -, con conseguenze tragiche. In questi anni la prevenzione è completamente saltata, così come molti controlli da parte di chi il tumore lo aveva già dovuto affrontare. Nel 2021 ci sono state 380mila diagnosi tumorali e moltissime tardive. Se potessimo fare delle stime è come se parlassimo di mille diagnosi al giorno, compresi sabati e domeniche, per non parlare dei 500 morti al giorno. Ci rendiamo conto? E’ arrivato il momento di tornare a concentrarci sul problema sanitario più importante: battere il tumore. Invece continuo a leggere ogni giorno sui diversi media il bollettino Covid… E se pubblicassimo anche quello del cancro? A questo punto è indispensabile affrontare il problema».

Il professor Schittulli è un fiume in piena: «Le diagnosi tardive sono quanto di peggio ci possa essere nella lotta di contrasto ai tumori. Per chi si ammala significa una peggiore qualità della vita, rispetto a chi riesce ad intervenire per tempo. Nel 2019 avevamo una percentuale di guaribilità del 67%, se avessimo continuato ed intensificato i nostri sforzi sulla prevenzione, ora potremo essere all’82%, grazie anche agli strumenti diagnostici sempre più all’avanguardia. E invece che facciamo? ci perdiamo dietro alle varianti di un’influenza? Per favore, non giochiamo».

Il presidente della Lilt ha una visione prospettica molto più ampia rispetto a molti medici e funzionari, che in questo periodo hanno dovuto lavorare per tamponare l’emergenza Covid. Non viene sminuito il problema, ma ora che la grande emergenza è terminata, richiama tutti a rivedere la scala delle priorità.

«Il cancro è tornato ad essere una parola che evoca morte certa, mentre invece così non è – sottolinea -. Ma si deve intervenire per tempo e servono interventi strutturali. Mi trovo in questi ultimi mesi a dover fare troppe mastectomie, troppe. Sono un senologo, quindi i miei dati sono aggiornatissimi. Le donne sono quelle che in questi anni si sono trascurate di più. Con la loro costituzionale generosità hanno messo davanti il bene della famiglia, trascurando se stesse e i controlli necessari. Ecco allora che non si intercetta più il tumore al seno quando è solo di pochi millimetri e tutto potrebbe concludersi più facilmente, perché ha un indice di malignità più basso, ma si arriva tardi con tutte le conseguenze del caso. Abbiamo 69mila nuove diagnosi solo lo scorso anno, significa che il cancro al seno è tornato ad essere il killer numero uno, molto più di qualsiasi altra patologia tumorale».

E la diagnosi tardiva porta con sé un pesante carico di dolore. Non solo per l’intervento che si rende necessario, ma anche per le terapie postume, spesso fortemente invalidanti. «La diagnosi tardiva ha un costo personale e sociale altissimo – conferma Schittulli – e questo dipende anche da un sistema sanitario regionale che non permette un accesso alle cure uguale in tutti’Italia. Una differenza scandalosa. Per questo sono due le proposte che faccio: un referendum popolare per cercare di ricomporre questa stortura e la possibilità di fare i controlli come le mammografie anche nelle strutture private convenzionate. Per il referendum potrebbe bastare porre una domanda: “Sei soddisfatto della copertura sanitaria della tua regione?”. So già la risposta e tanto dovrebbe bastare per rivedere il sistema. So bene che parlo di qualcosa di impossibile, ma la provocazione potrebbe scuotere e rimettere la questione sanità al posto centrale che merita. E poi che le analisi specifiche anticancro si possano fare anche nelle strutture private in convenzione. Per il Covid vista l’emergenza si possono fare tamponi anche nelle farmacie e laboratori, perché una mammografia no? Bisogna investire in salute e permettere ad una donna di controllarsi nei tempi e modi che preferisce, questo permetterebbe di decongestionare le liste di attesa nel pubblico ed avere un miglior servizio. Io dirigo la «Breast Unit» alla Mater Dei, abbiamo macchinari all’avanguardia, perché possiamo fare screening solo a pagamento? La politica non dovrebbe creare queste barriere, dovrebbe semplificare i percorsi. Il suo ruolo è programmare, legiferare e controllare. Se si aprisse al privato con i debiti controlli e regole, questo sarebbe un beneficio per tutti, per primi i cittadini che potrebbero avere diagnosi in molto meno tempo».

COMMENTI

WORDPRESS: 0