Il tesoro di San Nicola ritorna nella Basilica di Bari

E'stato  riconsegnato oggi ai padri domenicani l’oro di San Nicola, gli oggetti sacri recuperati sabato pomeriggio dalla polizia. Si tratta dell’anell

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E’stato  riconsegnato oggi ai padri domenicani l’oro di San Nicola, gli oggetti sacri recuperati sabato pomeriggio dalla polizia. Si tratta dell’anello d’oro, dell’evangeliario con le tre sfere in argento e del medaglione contenente una fiala della sacra manna, che gli agenti hanno rinvenuto in uno zaino sotterrato in una campagna nel quartiere Japigia di Bari, alle spalle del casolare dove si nascondeva anche il presunto ladro. Colui che secondo i poliziotti e la Procura è l’autore del furto sacrilego, commesso in Basilica all’alba di martedì scorso, il 48enne tunisino Farid Hanzouti, in carcere da giovedì e proclamatosi innocente.

All’individuazione del nascondiglio, in una zona sperduta, piena di erbacce e di rifiuti, gli investigatori e gli inquirenti sono arrivati dopo una vera e propria caccia al tesoro.

Tassello dopo tassello, grazie a interrogatori in vari quartieri della città come Madonnella e Libertà, appostamenti e controllo delle celle telefoniche dell’unica persona al momento maggiormente sospettata, è stato ricostruito il percorso del bottino nicolaiano.

Quello stesso bottino del quale sino a qualche giorno prima non vi era alcuna traccia durante la prima ispezione nel casolare.

Lì gli agenti avevano solo ritrovato del denaro, circa 1.750 euro suddivisi in diverse banconote, che il tunisino ha giustificato come ricavato delle sue attività di parcheggiatore abusivo e di operaio in un autolavaggio, e alcuni monili con incisioni in alfabeto cirillico, gli stessi che i fedeli ortodossi lasciano in Basilica durante la visita alla tomba del santo. Ma ora le indagini continuano battendo la pista del furto su commissione.

Il sospetto è che dietro il furto sacrilego ci sia un mandante, al quale si potrebbe arrivare esaminando i tabulati del telefonino cellulare del tunisino. Ora resta da capire se il bottino fosse nascosto sottoterra in attesa di essere piazzato sul mercato dei ricettatori o se fosse momentaneamente custodito lì in attesa della consegna nelle mani dell’acquirente. Tutte ipotesi sul tavolo di chi conduce le indagini.

 La refurtiva recuperata dalla Polizia

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