L’8 marzo ha il volto delle donne ucraine

Doveva essere un 8 marzo incentrato sulla rivendicazione delle pari opportunità soprattutto nel mondo del lavoro e nella speranza di nuove prospettive

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Doveva essere un 8 marzo incentrato sulla rivendicazione delle pari opportunità soprattutto nel mondo del lavoro e nella speranza di nuove prospettive e risorse previste dal Pnrr.

Un 8 marzo per dire basta alla violenza maschile contro le donne e per chiedere la veloce approvazione del disegno di legge, presentato da tutte le ministre del Governo, per rafforzare gli strumenti di prevenzione e di protezione delle donne.

Negli anni del covid, con lockdown, restrizioni, smart working, le donne hanno visto acuire il gender gap.

Ma dopo la pandemia è arrivata la guerra e il suo carico di dolore.

Una donna ucraina in Romania
Sarà dunque una Giornata internazionale delle donne in cui verrà chiesto soprattutto lo stop al conflitto e sarà dedicata alle ‘sorelle ucraine”, in particolare quelle che si mettono in cammino da sole o con i propri figli per raggiungere i confini sfidando bombe e spesso violenze, anche sessuali.
Donne alle quali, come ha detto la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, dobbiamo garantire un’accoglienza che “sia svolta nella piena sicurezza perché non ci sia alcuna forma di violenza nei loro confronti”.

La guerra in Ucraina però non cancella la situazione difficile per le lavoratrici italiane.

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