benzina e gasolio super cari, superano i 2 euro al litro: «Consumi a picco»

La progressione dei rincari alla pompa è senza soluzione di continuità. L’aumento della benzina (e del gasolio) è ormai una costante da alcuni mes

Vieste, bambina di 5 anni investita da un’auto pirata: autista fermato
Vaccino anticovid, in Puglia arrivano le prime scatole (oltre 30mila dosi).
Ponti pericolanti e senza barriere di protezione nel Foggiano. L’allarme delle Guardie Ambientali

Prezzi benzina. Raddoppiati in 20 anni - News - Moto.it

La progressione dei rincari alla pompa è senza soluzione di continuità. L’aumento della benzina (e del gasolio) è ormai una costante da alcuni mesi. Ma è di recente, in concomitanza con l’inizio della guerra in Ucraina, che il balzo è stato notevole: per la prima volta nella storia è stata varcata la soglia di 2 euro al litro, con una successione di incrementi quotidiani che hanno portato negli ultimi dieci giorni a un aumento di oltre 20 centesimi. Riempire il serbatoio di un’auto (50 litri) costa dunque oggi mediamente 10 euro in più rispetto a una settimana fa.

IMPENNATA L’Eni, l’Ente nazionale idrocarburi (ora società privata controllata dallo Stato attraverso il Tesoro e Cassa depositi e prestiti), è la compagnia che solitamente fa da apripista ai ritocchi. Nella rete dei distributori ieri un litro di benzina ha toccato i 2,039 euro (1,889 un litro di gasolio) per chi ha fatto da sé, mentre il servito è lievitato fino a 2,259 per la verde e a 2,109 per il diesel. I picchi sono il risultato di crescite continue, con una accelerazione nella scorsa settimana: lunedì 28 febbraio + 2 cent, martedì 1 marzo + 2 cent, mercoledì + 4 cent, giovedì + 4 cent, venerdì 4 + 5 cent. Sono cattive notizie, ma il peggio deve ancora arrivare. «In sei mesi – afferma Alessandro Sasso, 52 anni, titolare della stazione Ip di via della Resistenza – l’aumento secco è stato di oltre il 60%. Inizialmente si assisteva a una variazione di 1 centesimo. Adesso si va a ruota libera: il prezzo sale anche due volte al giorno. Venerdì scorso l’aggiunta è stata di 8 cent. Attenzione, però. Queste sono le prime avvisaglie, che dipendono più che altro dalle speculazioni. Se si va avanti così, con i barili di petrolio ai massimi a causa dello scenario internazionale (con in più il possibile stop dell’import dalla Russia e un’insufficiente aumento di produzione degli altri Paesi esportatori – n.d.r.) il rischio è che si arrivi a 3 euro al litro».

SOLUZIONE Le differenze tra i concorrenti ormai si assottigliano sempre più (dalla Ip ieri 2,199 per un litro di benzina e 2,059 per uno di gasolio serviti e 2,019 per la verde e 1,879 per il diesel al self service). Il margine di guadagno dei distributori al dettaglio è mediamente di 3 cent al litro, che s’innalza (ma poco, essendoci più costi) se è un benzinaio a rifornire direttamente il cliente. Fra l’altro, l’esigenza di avere sempre le cisterne piene (come da disposizioni ricevute) costringe i commercianti ad approvvigionarsi (e quindi a pagare) in media non più una o due volte a settimana, ma una volta ogni due giorni, vista la prospettiva realistica di dover affrontare periodi di magra. «Secondo me – aggiunge Sasso – c’è una sola soluzione possibile: bloccare il prezzo dei carburanti. Lo Stato dovrebbe discuterne con le società petrolifere e intervenire anche sulla quota che incassa, che ormai ha raggiunto i due terzi del prezzo della benzina. Ma vi pare normale che si paghi l’Iva sulle accise?».

CONSUMI L’altro effetto significativo è il crollo dei consumi («del resto, gli stipendi sono sempre quelli», conclude Sasso). Il ribasso raggiunge anche il 50%. «Chi fa benzina – conferma Vito Franco, 60 anni, titolare del distributore Eni di Corso Alcide De Gasperi – non cambia le abitudini. Solo che spendendo 20 euro non si ricevono più 15 litri di benzina, ma 10. La gente cerca di ridurre, magari circolando il minimo indispensabile, tranne che per chi con i mezzi ci lavora. Capisco gli autotrasportatori. In quanto agli altri lavoratori, si deve purtroppo fare i conti con le entrate mensili. Guardi: in questo momento non entra nessuno. A volte capita per un quarto d’ora, anche mezz’ora. Purtroppo c’è chi ha perso il lavoro. Un mio cliente aveva sei negozi negli ipermercati di Bari. Ha chiuso da poco e ho perso parte degli incassi da un momento all’altro. Se poi consideriamo i costi di gestione, con bollette raddoppiate da 200 a 400 euro, è evidente che diventa sempre più difficile guadagnare una cifra dignitosa per il sostentamento delle nostre famiglie».

COMMENTI

WORDPRESS: 0