Crisi delle materie prime, FCA Melfi chiude fino al 14 marzo: cassa integrazione per 6700 lavoratori

C’è preoccupazione tra i lavoratori FCA- Stellantis di Melfi. Nello stabilimento dove lavorano centinaia di unità provenienti dalla provincia di Foggi

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C’è preoccupazione tra i lavoratori FCA- Stellantis di Melfi. Nello stabilimento dove lavorano centinaia di unità provenienti dalla provincia di Foggia le linee produttive rimarranno ferme fino al prossimo 14 marzo. Non è la prima chiusura che si verifica da inizio 2022, ma quest’ultima è senza dubbio una delle più durature decise fino a questo momento. Alla base di questa decisione vi è la carenza di semiconduttori che stentano ad arrivare da Taiwan e dagli altri paesi dell’Oriente. A gravare su queste importazioni a singhiozzo anche la crisi ucraina che ha bloccato ulteriormente le tratte di commercio.

Queste problematiche sono state affrontate in una riunione tenutasi oggi alla presenza delle rappresentanze sindacali e dei vertici di stabilimento. All’ordine del giorno vi era l’esame congiunto della Cassa di Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) a cui saranno sottoposti i 6700 lavoratori circa per tutto il perdurare della chiusura. L’azienda ha comunicato la sospensione dell’attività lavorativa fino alle ore 06:00 del 14 Marzo. Le organizzazioni sindacali, in questa sede, hanno chiesto ed ottenuto la garanzia della maturazione dei ratei a tutti i lavoratori, ma la situazione resta di estrema preoccupazione anche per i venti di guerra che soffiano in Europa che avranno delle ulteriori ricadute su un mercato dell’auto già fortemente in difficoltà.

“Pensavamo che l’ondata più preoccupante fosse superata, invece siamo tornati alla stessa situazione dello scorso novembre” – afferma Pasquale di Tolve, segretario Fismic e rappresentante sindacale per lo stabilimento di Melfi-. “L’azienda aveva prospettato un futuro roseo, con la possibilità di arrivare dai 17 turni attuali a 20. Ma a causa della carenza delle materie prime, che riguarda allo stesso modo diverse case automobilistiche, al momento non è stato possibile raggiungere questi obiettivi. I lavoratori sono giustamente preoccupati perché il ricorso alla cassa integrazione risulta essere un decurtamento dello stipendio e tanti hanno spese e mutui da sostenere”.

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