Puglia, trema l’import-export con la Russia fuori da Swift

Trema l’import-export pugliese a causa della degenerazione del conflitto tra Russia e Ucraina e della richiesta del premier Draghi, comunicata telefon

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Trema l’import-export pugliese a causa della degenerazione del conflitto tra Russia e Ucraina e della richiesta del premier Draghi, comunicata telefonicamente al presidente Zelensky, di aggiungere alle sanzioni già adottate dall’Ue anche l’esclusione della Russia dal sistema internazionale di pagamenti Swift. Spetta comunque alla Commissione europea mettere a punto la proposta con lo stop a Swift e altre eventuali sanzioni da presentare ai 27 come terzo pacchetto di misure per colpire Mosca.

L’allarme Il maggior costo delle materie prime importate e dell’energia potrebbe portare l’inflazione al 6% nel 2022, determinando minori consumi per 4 miliardi, stima Confesercenti. Sono schizzati i prezzi dell’energia: + 27% per il petrolio e +52,4% per il gas.

Secondo Confartigianato, invece, con le sanzioni alla Russia, l’export Ue verso Mosca si aggira intorno al -22,2%, -28,5% per l’Italia.

Imprese pugliesi Tali decisioni, dunque, sono destinate ad avere ripercussioni tangibili anche sulle imprese pugliesi che hanno interessi commerciali o attività in entrambi i Paesi.

Ma c’è apprensione anche per lo stop delle commesse come conseguenza delle sanzioni imposte dalla Ue. Proprio a seguito dello stop degli scambi commerciali con l’Ucraina, «al porto di Bari non arrivano più navi di grano tenero, per fare pane e dolci, e il mais per l’alimentazione degli animali, con l’export pugliese di prodotti agroalimentari a rischio, quando nel 2021 (dati provvisori) valeva quasi 44 milioni di euro, secondo i dati Istat Coeweb».

Coldiretti A lanciare l’allarme è Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia che fa notare come «i prezzi del grano hanno raggiunto il massimo da 14 anni dopo che l’esercito ucraino ha sospeso le spedizioni commerciali nei suoi porti alimentando il timore di interruzioni delle forniture di grano tenero, mais e semi oleosi, con il rischio che anche la guerra dei dazi e dei blocchi delle forniture sia pagata da imprese e consumatori».

«Siamo deficitari ed importiamo addirittura il 64% del fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti – continua Muraglia – e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, perché l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano».

L’Ucraina, sempre secondo Coldiretti, ha un ruolo importante sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo) mentre la Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale.

L’aumento di mais e soia sta «mettendo in ginocchio gli allevatori pugliesi che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili».

Swift, cos’è e a cosa serve – Il codice Swift può essere composto da 8 o 11 caratteri alfanumerici. È un codice di sicurezza assegnato dalla Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication che è un sistema di messaggistica utilizzato dalle banche per effettuare pagamenti transfrontalieri rapidi e sicuri.

Per la Russia e le banche russe, essere rimosi da Swift, significherebbe non poter utilizzare il sistema per condurre transazioni finanziarie internazionali compresi i profitti dalla produzione di petrolio e gas (che rappresentano oltre il 40% delle entrate del Paese) e costringerebbe banche, importatori ed esportatori a trovare un nuovo sistema per trasmettere i pagamenti.

«Con il crack delle stalle causato dall’aumento vertiginoso dei costi di produzione che mettono a repentaglio l’approvvigionamento dei mangimi per gli animali, serve un sostegno economico della Regione Puglia per dare liquidità agli allevatori e garantire la sopravvivenza stessa degli allevamenti», aggiunge Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia.

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