Termoli.caro gasolio si fermano i pescherecci…uno di Manfredonia

C’è un settore economico che più di tutti rappresenta l’identità termolese ed è lo stesso che sta subendo le conseguenze dell’aumento del costo del ga

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C’è un settore economico che più di tutti rappresenta l’identità termolese ed è lo stesso che sta subendo le conseguenze dell’aumento del costo del gasolio. È la marineria, che considerando l’intero Molise impiega circa 500 addetti fra grande e piccola pesca e vongolari. Per loro il caro carburante è una mazzata difficile da assorbire e già due armatori hanno deciso di fermarsi, in attesa di tempi migliori.

“Il costo del gasolio è raddoppiato, siamo passati da 40 centesimi al litro a 80” riferisce Domenico Guidotti di Federcoopesca. Le cifre sono variabili ma tutti concordano: in pochi mesi il prezzo del carburante, sebbene agevolato rispetto a quello utilizzato per gli autoveicoli, è schizzato. “Tre mesi fa stavamo a 58 centesimi, ora a 82” dice Paola Marinucci dell’Associazione Armatori Pesca del Molise.

Ma cosa vuol dire per una barca di medie-grandi dimensioni un aumento del genere? “Per un peschereccio che consuma 1500 litri fanno 600 euro al giorno” afferma il presidente dell’Op San Basso, l’armatore Basso Cannarsa.

Guidotti fa i conti sul lungo termine. “Per una barca di pesca a strascico fanno fra i 20 e i 23mila euro all’anno di spesa in più”. Il fatto è che la voce gasolio è quella più pesante nel bilancio di un’imbarcazione da pesca. “Conta per l’80 per cento delle spese e questo si ripercuote sugli stipendi perché gli operatori vengono pagati ‘alla parte’. In sostanza resta ben poco di guadagno” sintetizza il numero uno di Federcoopesca.

Proprio per questo due barche, una locale e l’altra di Manfredonia, da qualche giorno rimangono ancorate in porto. Un segnale evidente di difficoltà, sebbene la marineria molisana negli ultimi anni abbia resistito più di altre a una progressiva diminuzione di imprese del settore in tutta Italia.

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