Denuncia il marito dopo 38 anni di violenze, soprusi e minacce: a Bari processo subito al via grazie al Codice rosso

È stata maltrattata dal marito per 38 anni. E una volta trovato il coraggio di denunciarlo, è riuscita a portarlo a processo in quattro mesi grazie al

Vasta operazione antidroga nel Foggiano, numerosi arresti da parte dei carabinieri
Foggia, assistenza psichiatrica insufficiente nel carcere: uno specialista per poche ore al giorno
Manfredonia, violenta lite in famiglia: la polizia sequestra fucili e mitragliatore „

È stata maltrattata dal marito per 38 anni. E una volta trovato il coraggio di denunciarlo, è riuscita a portarlo a processo in quattro mesi grazie alle norme sul Codice rosso. Protagonista della storia di abusi, fisici e psicologici, è una 62enne della provincia di Bari. Che ha denunciato nello scorso ottobre, quando la situazione familiare era ormai inevitabilmente compromessa, ottenendo nel giro di pochi giorni l’allontanamento dell’uomo dalla casa familiare e poi una richiesta di giudizio immediato dal parte del pm Marcello Barbanente.

Il processo è iniziato pochi giorni fa davanti alla giudice Valentina Tripaldi: la vittima e l’associazione Gens Nova (con l’avvocata Anna De Tommaso) si sono costituite parte civile. Ciò che più impressiona in questa storia è che il pm ha messo nero su bianco che i maltrattamenti siano durati per 38 anni, considerato che nell’imputazione si legge “dal 1984 all’attualità”, mentre all’ottobre 2021 risale l’episodio tradotto nell’accusa di lesioni. In quella circostanza il 66enne avrebbe prima colpito la moglie con un pugno nello stomaco e poi l’avrebbe afferrata per la gola. Dopo quest’ultima violenza, la signora ha deciso di denunciare ciò che per anni aveva sopportato in silenzio e la sera stessa si è presentata alla stazione dei carabinieri.

Lì è cominciato il racconto dell’orrore: “Il rapporto con mio marito è sempre stato problematico, a causa del suo comportamento autoritario, accentratore, vessatorio e violento. Il tutto è iniziato nel 1984, quando ho scoperto delle sue abitudinarie frequentazioni con altre donne e del vizio del gioco”. Evidenze che avrebbero reso l’uomo sempre molto aggressivo: “Nel corso delle nostre discussioni, ormai quotidiane, lui mi aggredisce e mi denigra con espressioni come: sei brutta, sei ignorante, non vali niente. Io ho sempre cercato di smorzare i toni, ma quando mi sono opposta verbalmente sono stata aggredita con pugni nello stomaco e ai fianchi, strozzamenti, colpi alla gola, tali da togliere il fiato, per poi tentare di abbracciarmi per sminuire l’accaduto”.

La donna – che è casalinga e quindi dipendeva economicamente dal coniuge – ha parlato anche della sua abitudine di negarle il denaro “per far fronte ai bisogni familiari”. E poi ha elencato una lunga serie di episodi in cui spesso alle aggressioni verbali seguivano quelle fisiche, la maggior parte delle quali “si sono verificate all’interno delle mura domestiche e lontane da occhi indiscreti”.

Alcune anche davanti ai figli: “Una sera è rincasato tardi e io gliel’ho fatto notare, allora ha iniziato a colpirmi con schiaffi e pugni sul viso, alla presenza di mio figlio”. Un’altra volta pugni, schiaffi e calci sono stati talmente forti da costringere la signora ad andare in ospedale e poi a rivolgersi a un avvocato per avviare le pratiche di separazione, salvo poi fare retromarcia pochi giorni dopo. La vita di coppia è dunque andata avanti fra alti e bassi per più di tre decenni, ma il marito non avrebbe mai perso l’abitudine di frequentare altre donne né il vizio di alzare le mani. La moglie ha cercato di sopportare anche per amore dei figli, ma ora che sono adulti ha trovato la forza di denunciare.

L’episodio scatenante è accaduto a inizio dello scorso ottobre: “Lui stava pranzando e io stavo sbrigando faccende domestiche. Quando gli ho detto di sapere che frequentava locali con la sua amica, prima ha cercato di negarlo, poi ha cominciato a dirmi che sono pazza e mi ha sferrato un violento pugno nello stomaco, poi mi ha afferrato la gola con entrambe le mani dicendo “ti devo strozzare”. A seguito del colpo ho accusato un malore e sono andata in ospedale”.

Qualche ora più tardi, certificato medico alla mano, la signora si è presentata dai carabinieri. Nel giro di poche settimane, gli investigatori hanno messo insieme i pezzi di questa storia e in due mesi la Procura ha emesso il decreto di citazione a giudizio e ottenuto l’allontanamento del marito violento da casa. Trattandosi di reati da Codice rosso il processo è stato fissato con celerità e dovrebbe concludersi altrettanto velocemente, mettendo la parola fine a un incubo che dura da quasi quattro decenni.

COMMENTI

WORDPRESS: 0