D46 E PIP ANCORA A SECCO

«QUALE DECISIONE tecnica è stata assunta (o si intende assumere) a fronte delle continue rassicurazioni fornite dal Sindaco sui vari organi di stamp

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«QUALE DECISIONE tecnica è stata assunta (o si intende assumere) a fronte delle continue rassicurazioni fornite dal Sindaco sui vari organi di stampa e social media, in risposta alla richiesta da parte delle aziende e dei residenti presenti nelle Aree interessate della risoluzione dell’annoso problema che comporta ingenti disagi e perdite economiche». È la perentoria domanda posta dalla consigliera comunale espressione di “Manfredonia Nuova”, Giulia Fresca, al sindaco Rotice, alla presidente del consiglio comunale, attraverso una interrogazione con richiesta di risposta scritta.
I SEGNALATI “disagi e perdite economiche” si riferiscono alle «innumerevoli problematiche inerenti al servizio di rete idrica, con riferimento all’area PIP, e della rete fognaria per entrambe le zone». Problematiche di vecchia data, risalenti addirittura alla nascita di quelle aree industriali poste in località Coppa del vento alla periferia ovest di Manfredonia, agli inizi di questo terzo millennio, e finita, come ben noto, dopo una breve contrastata attività, abbandonata dalla gran parte delle aziende ivi allocate e privato oltre un migliaio di lavoratori disoccupati.
BASTEREBBE questa constatazione, peraltro ripetutamente evidenziata, ad attestare quanto indietro è rimasta Manfredonia sul piano industriale e dunque occupazionale, ma soprattutto sul piano di una “classe dirigente” all’altezza delle situazioni favorevoli che il territorio ha pure avuto e in maniera provvidenziale.
UNA SITUAZIONE che parrebbe non progredita di molto o niente affatto, stante la denuncia circostanziata della consigliera Fresca a fronte delle “continue rassicurazioni fornite dal sindaco sui vari organi di stampa e social media”. E se le problematiche ricordate sono ancora tutte lì a sonnecchiare tranquillamente, vuol dire che, al momento almeno, non ci sono comunicazioni del sindaco in merito, altrimenti avrebbe già fatto, come fa per l’asfalto operato in qualche strada cittadina, comunicati su comunicati.
LA CONSIGLIERA di minoranza Giulia Fresca non si limita a porre all’attenzione dell’amministrazione comunale un problema serio, ma prospetta anche le soluzioni. «L’attivazione della fornitura di acqua corrente – sostiene – attraverso la rete comunale può essere resa possibile attraverso l’iterazione con l’AQP s.r.l. per la scelta del punto di allaccio e la realizzazione di un impianto di sollevamento con vasca di raccolta al fine di fornire la giusta pressione di esercizio a tutte le attività presenti nella zona interessata. Tali lavori – prosegue l’interrogazione – possono essere finanziati con i residui fondi del Contratto d’Area di Manfredonia previo collaudo delle opere realizzate; sono stati completati già da alcuni anni ad opera della società aggiudicataria Cetola S.r.l, e pagati con accordo transattivo del 05/10/2018, i lavori di “revamping” dell’impianto di depurazione consortile A.S.E. SpA a servizio dell’agglomerato industriale D3E e P.I.P. del Comune di Manfredonia, consistenti nella riattivazione, adeguamento funzionale e potenziamento dell’impianto; tale impianto può servire le zone interessate previo collettamento della necessaria rete fognaria».
SONO INDUBBIAMENTE problemi che vengono da lontano lasciati allo sbando dalle amministrazioni di competenza e che ora sono all’attenzione di questa amministrazione comunale che, nel rispetto della dichiara discontinuità, dovrà provvedere a risolvere. Senza dimenticare e sottovalutare che la soluzione di quei problemi, unitamente a tanti altri pendenti in quel comparto, è essenziale per rendere qui capannoni rimasti abbandonati nonché aree edificabili ancora disponibili, appetibili da parte di eventuali si spera imprenditori che vogliano insediare le proprie attività su queste sponde del golfo adriatico.
Michele Apollonio

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