No Energas, incontro Comune-Regione-Ministeri. Rotice: “Il nostro No fermo, spero sia ultimo atto”

Seppur si è trattato nuovamente di un incontro interlocutorio, cresce e si rafforza il fronte tecnico-istituzionale del No ad Energas, il mega deposit

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Seppur si è trattato nuovamente di un incontro interlocutorio, cresce e si rafforza il fronte tecnico-istituzionale del No ad Energas, il mega deposito di Gpl da installare sulla costa di Manfredonia.

Si è conclusa poco fa la riunione di aggiornamento convocata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla quale hanno preso parte il Comune di Manfredonia (rappresentato dal Sindaco Gianni Rotice, dall’Assessore alla Transizione Ecologica – Giuseppe Basta, dall’Assessore all’Urbanistica – Anna Trotta, dalla Dirigente all’Urbanistica ed Ambiente – Rosa Tedeschi e dal funzionario – Arch. Ciro Salvemini), la Regione Puglia, Ministero Transizione Ecologica, Ministero delle Infrastrutture e Mobilità, Ministero dell’Interno, Ministero della Cultura, Provincia di Foggia, Autorità Portuale, Capitaneria di Porto di Manfredonia, Agenzia delle Dogane, RFI e Anas.

Nel corso dell’incontro sono emersi ulteriori elementi tecnici ostativi al progetto, con le nette posizioni di contrarietà istituzionale-amministrativa di Regione Puglia, Soprintendenza e Autorità Portuale a supporto del Comune di Manfredonia, che, come comunicato dal sindaco Rotice, stamattina ha già messo agli atti un ampio ed approfondito dossier aggiornato nel quale vengono dettagliate tutte le questioni che esplicitano le motivazioni del NO a questa progettualità non affatto strategica.

“Spero che questo sia davvero l’ultimo atto di una vicenda che, vista la lunga e controversa storia dell’iter, era da considerarsi chiusa da tempo – ha dichiarato il sindaco Rotice -. E’ un investimento obsoleto rispetto ai prospettive di sviluppo e sostenibilità internazionale ‘Agenda 2030’ ed è in netto contrasto con la vision di sviluppo della nostra città ribadita dal plebliscitario 96% dei No del referendum del novembre 2016. Manfredonia che ha già pagato in termini ambientali e di salute la piaga dell’Ex Enichem, ha scelto di puntare l’economia del mare e del turismo, in particolar modo quello archeologico-culturale di Siponto.

L’impianto Energas, tra l’altro, farebbe scattare una nuova procedura di infrazione comunitaria (17 ettari ricadono in un’area vincolata) ai danni dell’Italia, ma soprattutto l’oleodotto taglierebbe in due, con gravi ed irreparabili danni, il Parco Archeologico di Siponto sul quale questa Amministrazione, unitamente alle Università di Foggia e Bari, hanno avviato un percorso di scavi, i cui straordinari risultati, cambieranno il futuro del territorio”.La Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiedendo di approfondire in maniera particolare quest’ultimo aspetto, ha fissato al prossimo 4 marzo l’ultimo step tecnico-amministrativo condiviso con gli Enti coinvolti prima della decisione finale del Governo sulla questione.

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