Nessuno la vuole ma tutti la cercano: assalto alla Provincia, anche i cinquestelle provano a salire sul “vecchio carrozzone”

Inedite alchimie, prove muscolari e nuove consapevolezze si annidano nella partita apparentemente svogliata e lontana anni luce dai cittadini dell

Diffamazione, il carcere per i giornalisti divide la maggioranza
Puglia, lavoro e precarietà: su 270mila nuovi assunti il 92% dei contratti è a termine
“KEEP PLASTIC E SALVA IL MARE” ANCHE A MANFREDONIA

Palazzo Dogana, l'antico edificio di Foggia eletto “Monumento messaggero  della cultura di Pace” per l'Unesco – Foggia Reporter

Inedite alchimie, prove muscolari e nuove consapevolezze si annidano nella partita apparentemente svogliata e lontana anni luce dai cittadini delle elezioni del Consiglio provinciale di Foggia. Le forze politiche, in questi casi, ostentano un certo disinteresse, una sorta di indifferenza assertiva: di colpo, la riforma Delrio non piace proprio a nessuno e il ruolo del consigliere provinciale è svilito, ma poi si applicano nei calcoli algebrici e si presentano militarmente alle urne.

Votano e si eleggono tra di loro sindaci e consiglieri comunali in carica. Foggia è automaticamente fuori, causa commissariamento. La città capoluogo non sarà rappresentata e i candidati non potranno contare sui ‘grandi elettori’ di fascia alta. Le operazioni di voto si svolgeranno a Palazzo Dogana il 30 gennaio, dalle 8 alle 20. La scadenza per presentare le liste, alle ultime rifiniture, è fissata alle 12 di lunedì 10 gennaio. Sono composte da 6 a 12 candidati, vale a dire un numero non superiore al numero dei consiglieri da eleggere e non inferiore alla loro metà.

Allo stato attuale sarebbero sei le liste, ma il condizionale è d’obbligo (lo stesso dicasi per le candidature) fino a quando non saranno ufficializzate. Il numero potrebbe subire variazioni: potrebbero fondersi in caso di complicazioni per il raggiungimento del numero minimo, ma per il momento ognuno va per conto suo e bada al proprio orticello.

La novità è il debutto dei Cinquestelle che provano a salire su quello che l’attuale ministro Luigi Di Maio, nel 2019, aveva definito “vecchio carrozzone”. Decide la base. La linea è cambiata e se prima il regolamento vietava la candidatura alle elezioni provinciali, adesso la volontà degli iscritti ha sancito che conviene presidiare anche il fortino delle Province, per incidere nelle scelte che altrimenti il Movimento avrebbe solo subito.

Per la prima volta, dunque, un consigliere comunale M5S si candiderà al Consiglio provinciale. Ma niente alleanza giallorossa. Pare che il Movimento non abbia ricevuto alcuna offerta di collaborazione dal Pd, pervenuta invece dal civico Rosario Cusmai, componente dello staff del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano (è consigliere politico agli enti locali) e consigliere provinciale fino a quando non è stato sciolto il Consiglio comunale di Foggia. C’è lui dietro la lista Insieme per la Capitanata che racchiude le anime civiche dell’area di centrosinistra e su cui ha lavorato insieme al consigliere regionale Antonio Tutolo (il candidato Vincenzo Checchia è riconducibile a lui) e ad un gruppetto di sindaci.

Anche stavolta, il Movimento non rinuncia alla formula delle mini-primarie (Provinciarie?) e in queste ore i consiglieri comunali, con una votazione interna, sceglieranno tra loro il candidato in quota M5S della lista Insieme per la Capitanata. Qui uno non vale uno. Il voto ponderato in base alla popolazione del comune del sindaco o consigliere elettore influisce inevitabilmente sulle scelte. Per questo il Movimento si presenta con un solo candidato, nella speranza di far convergere su di lui i voti senza inutili frammentazioni.

Nelle piazze dove il voto pesa di più, il M5S può contare sul consigliere comunale di Cerignola Enzo Sforza, sui consiglieri comunali di Manfredonia Raffaele Fatone e Gianluca Totaro, e su Gianfranco Di Sabato a San Severo. Anche nei comuni dell’altra fascia alta immediatamente successiva, in cui i voti valgono la metà, il Movimento è rappresentato a San Giovanni Rotondo da Nunzia Palladino, e a San Nicandro Garganico da Costanza Lombardi e Nicola Corso.

La lista Insieme per la Capitanata è lo specchio della coalizione per la Puglia e per l’Italia presentata da Michele Emiliano a dicembre in una grande convention. Sono confluiti nella federazione delle liste civiche anche i Popolari che fanno riferimento in Capitanata al consigliere regionale Sergio Clemente. Tra i nomi dovrebbero esserci il consigliere di Lucera Tonio De Maio, espressione del sindaco Giuseppe Pitta che ha collaborato con Rosario Cusmai alla compilazione della lista da lui coordinata, e il consigliere comunale di Torremaggiore Salvatore Prencipe. Insieme ai civici targati Con Emiliano, Senso Civico e Italia in Comune provano a fare sintesi in una prospettiva futura. Nella lista ci sarebbe addirittura un surplus di richieste di candidature, sintomo della vivacità dei movimenti civici. Si collocherebbe qui anche il consigliere comunale di San Severo Michele Del Sordo.

Il Pd presenterà una lista di 12 candidati, 7 uomini e 5 donne. Si dimostra il partito con le idee più chiare. Prova a coprire un po’ tutti i territori, partendo dai consiglieri provinciali uscenti (Generoso Rignanese, Maria Voto e Fernanda Vocino) che hanno dato la loro disponibilità. Chiaramente, non tralascia i grandi comuni a cominciare dalla riconquistata Cerignola, e si allarga oltre il proprio perimetro, stimolando l’operazione di candidature esterne con il sostegno dei territori, vale a dire consiglieri di Articolo Uno, Socialisti e qualche civico che guarda al Pd. Per la cronaca, ci sarà il simbolo del Pd e non era scontato perché in altre Province hanno scelto il listone. Tra i nomi ci sarebbero anche i consiglieri comunali di San Severo Antonio Stornelli e Michele Santarelli.

Il termometro politico, che sale alle stelle nelle civiche dove c’è un bel fermento, segna probabilmente l’entusiasmo maggiore in un nuovo laboratorio: Capitanata al Centro, la lista su cui stanno lavorando il sindaco di Apricena Antonio Potenza e il consigliere regionale Paolo Dell’Erba. Condividono il percorso con il gruppo di Azione, capeggiato in provincia di Foggia dal deputato Nunzio Angiola che da tempo si sta facendo in quattro per strutturare il partito di Calenda in maniera piuttosto capillare in Capitanata. Dovrebbe trattarsi di una lista moderata, identitaria ma fuori dagli schemi classici dei partiti di centrodestra e di centrosinistra, trainata dal gruppo di Potenza e Dell’Erba, al momento orfani di partito, in fase di studio anche vista la situazione ‘nebulosa’, ma che a breve potrebbero ricollocarsi.

Forza Italia scenderà in campo sotto l’insegna di Capitanata Azzurra con il gruppo di Gianni Rotice e va verso una lista a 6. Manfredonia sarà protagonista della lista in cui dovrebbe trovare posto, tra gli altri, Liliana Rinaldi. Ci sarebbero candidati dei Cinque Reali Siti e dei Monti Dauni. La candidatura del consigliere provinciale uscente Andrea Agnelli in questa lista, considerata l’area di provenienza, suggella il ritorno di Andrea Caroppo in Forza Italia. Non è ancora certa la ricandidatura con lo stesso simbolo dell’uscente Mattia Azzone, vice sindaco di Castelluccio dei Sauri e campione di consensi alle passate elezioni insieme a Cusmai.

Fratelli d’Italia dovrebbe chiudere una lista con 8 candidati, provando a coprire Alto e Basso Tavoliere, Gargano e Cinque Reali Siti. Ci sarebbero Nicola Netti di Cerignola, Anna Lamedica di Torremaggiore e  Roberto Augello di San Nicandro Garganico.

La Lega, come due anni fa, si presenta con la lista civica Impegno per la Capitanata. L’esperimento ha funzionato e provano a riproporlo, anche per includere anime esterne al partito di Salvini. Saranno 6 i candidati. Non è escluso che Lesina provi a eleggere un suo rappresentante.

L’Udc di Francesco D’Innocenzio potrebbe presentarsi con i civici, per quanto ambisse ad una sua lista.

Palazzo Dogana. Architettura di pregio a Foggia. - Pugliabnb

Il più ‘chiacchierato’ in questi giorni è sicuramente Nicola Gatta. Non ci sarà una lista allestita da lui. Si vota il Consiglio provinciale, non il presidente il cui mandato scade a fine 2022, vale la pena ricordarlo, ma indubbiamente il nuovo assetto potrebbe influire sulla prossima elezione. I partiti parlano già al passato dell’attuale numero uno di Palazzo Dogana, come colui che è stato il candidato del centrodestra. E, per di più, la geografia politica, combinata con il voto ponderato, fa propendere per un futuro presidente del centrosinistra che potrebbe essere incarnato, secondo i rumors, dal sindaco di Cerignola Francesco Bonito.

COMMENTI

WORDPRESS: 0