Il sacrario (scomparso) nel municipio che ricordava i morti sipontini della prima guerra mondiale

Il prossimo 4 Novembre 2021 ricorre la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate nonchè il 100°anniversario del Milite Ignoto, soldato itali

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Il prossimo 4 Novembre 2021 ricorre la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate nonchè il 100°anniversario del Milite Ignoto, soldato italiano senza nome morto durante la Grande Guerra ed il cui corpo è stato tumulato presso l’Altare della Patria a Roma.

Per ricordare tutti i sipontini morti durante la prima guerra mondiale, fu eretto nel 1926 un monumento ai caduti nella villa comunale (chiamata all’epoca, appunto, parco della Rimembranza) e fu posta una lapide in piazza del Popolo (il cui nome a quei tempi era piazza della Rivoluzione).

Non solo. Nel chiostro comunale, sotto il porticato, si decise di creare un tempietto dedicato a tutti i 181 ‘martiri’ di Manfredonia morti nella prima guerra mondiale, con tanto di foto e targhe. Questo perché accanto al municipio vi era una scuola, la Bozzelli, la prima scuola elementare della città (al cui posto ci sono oggi gli uffici tecnici comunali), e l’intento dei nostri nonni era quello di tenere sempre viva nelle generazioni future la memoria di quanto accaduto in quella spaventosa guerra.

Gli alunni, infatti, avrebbero studiato accanto al sacrario e avrebbero avuto modo di guardare quotidianamente quegli ‘eroi’ per ‘ammaestrarsi nelle loro opere’.

Il sacrario, creato nel 1929, sopravvisse per qualche decennio, ma la crudeltà della seconda guerra mondiale lo fece passare in secondo piano.

Fino a pochi anni fa le foto e le targhe di quei 181 manfredoniani giacevano abbandonate in un deposito comunale, ma oggi non ve n’è più traccia. Il corridoio venne aperto e divenne l’attuale porticato del chiostro che porta all’ufficio del protocollo. Di quel tempio della memoria di 100 anni fa restano visibili ancora oggi, sulle colonne e sul soffitto, i dipinti sulla prima guerra mondiale dell’artista sipontino Giovanni Gelsomino e la lapide col bollettino della vittoria del generale Armando Diaz.

Maria Teresa Valente

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