La Puglia non riesce a fermare il pomodoro Pelato di Napoli Igp: beffa per la Capitanata leader nella produzione, la domanda è a Bruxelles

Il disciplinare di produzione del Pomodoro Pelato di Napoli Igp è all'esame dell'Unione Europea. La Puglia non è riuscita a fermare la domanda di regi

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Il disciplinare di produzione del Pomodoro Pelato di Napoli Igp è all’esame dell’Unione Europea. La Puglia non è riuscita a fermare la domanda di registrazione prima che arrivasse a Bruxelles.

Nel database pubblico eAmbrosia, il registro delle indicazioni geografiche dell’Ue che include anche i riconoscimenti non ancora approvati, la richiesta risulta presentata il 4 agosto 2021. È il primo dei tre status (applied, published, registered), che precede la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale europea e, in mancanza di dichiarazioni di opposizione, la registrazione del nome.

La versione definitiva del disciplinare inviata alla Commissione Europea e pubblicata dal ministero delle Politiche Agricole consta di 5 pagine. All’articolo relativo alla zona di produzione parla di “zona di trasformazione e confezionamento” che include il territorio delle regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise e Puglia.

La Capitanata, però, è leader nel comparto. Secondo uno studio dell’Università di Foggia, la Puglia produce 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari, mentre la Campania produce 2.490.080 quintali su una superficie di 3.976 ettari. La provincia di Foggia da sola produce 14.250.000 quintali.

Sono i dati confluiti nella formale opposizione al disciplinare presentata al Mipaaf dal comitato promotore della Dop ‘Pomodoro di Puglia’, trovata per provare a contrastare l’avanzata dei campani anche con un’analoga domanda di registrazione Ue per tutelare il pomodoro allungato made in Foggia. A tirare la volata era stata la Coldiretti Foggia.

La Regione Puglia ha partecipato alle riunioni del gruppo di lavoro che si è occupata del dossier. L’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia aveva promesso una netta levata di scudi e cinque giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del disciplinare faceva sapere di aver già avuto contatti con il ministero. Un coro bipartisan dal Consiglio regionale ha gridato allo scippo. Ma niente da fare, la procedura è arrivata fino all’ultimo gradino.

Del resto, come confermato a FoggiaToday a maggio dalla Direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare del ministero delle Politiche Agricole, “il ruolo delle Regioni e delle Province Autonome nella procedura di riconoscimento delle Dop, Igp e Stg è regolato dall’art. 7 del Decreto Ministeriale del 14/10/2013 che prevede l’espressione di un loro parere. Nella fase di valutazione, che dunque precede la pubblicazione del Disciplinare nella Gazzetta Ufficiale,  le Regioni e le Province Autonome possono comunque formulare osservazioni, richieste di integrazioni documentali e chiarimenti sulla documentazione presentata dai soggetti proponenti la registrazione Dop, Igp, Stg”.

L’emergenza epidemiologica da Covid ha agevolato il Comitato promotore Igp Pomodoro pelato Napoli perché a causa della pandemia è stato eliminato il passaggio della riunione di pubblico accertamento. E, come se non bastasse, il fascicolo ha superato le frontiere in piena estate.

La richiesta per la registrazione, di fatto, osservazioni a parte, è stata notificata ai competenti organi comunitari che la esaminerà entro 6 mesi dal ricevimento del fascicolo dal ministero. In caso di esito favorevole, passerà in pubblicazione e, in assenza di notifiche di opposizione, dopo tre mesi la Commissione registrerà il nome.

A quel punto, l’elogio del “saper fare degli imprenditori delle regioni dell’area di produzione” contenuto nel disciplinare sarà una magra consolazione.

Puglia, schiavi nella raccolta dei pomodori<br /> "Così si può combattere  lo sfruttamento"<br /> - L'Espresso

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