Goletta Verde: ecco le acque pugliesi eccellenti

Presentati i risultati delle analisi dei campioni d'acqua prelevati dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde sulle coste pugliesi: tutti e 29

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Presentati i risultati delle analisi dei campioni d’acqua prelevati dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde sulle coste pugliesi: tutti e 29 i campioni prelevati risultano entro i limiti di legge, ma nel 2020 sono 33 i depuratori che presentano criticità per la Direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane.

Sono dunque 29 i punti monitorati, dal  12 al 15 luglio, lungo le coste della Puglia, 5 foci di fiumi e 24 punti a mare. Resta alta l’attenzione sulla depurazione delle acque reflue: dei 27 agglomerati originariamente interessati dalla procedura di infrazione ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane, la Commissione Europea ha confermato la non conformità per 14 agglomerati. Sono 3 invece gli agglomerati oggetto di condanne della Corte di Giustizia Europea in materia di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue: Casamassima, Porto Cesareo e Taviano. In totale gli agglomerati pugliesi sotto procedura d’infrazione sono 25 per un totale di 1.725.347 abitanti equivalenti.

Ne hanno parlato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia, Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, Cristiana Biondo, portavoce di Goletta Verde, Raffaele Piemontese, assessore regionale alla Tutela delle acque, Vincenzo Campanaro, direttore scientifico Arpa Puglia, Vito Colucci, direttore generale Autorità Idrica Pugliese, Alessandro Ducci, capitano di vascello – Direttore Marittima di Bari e Marco Paolilli, responsabile Conou (Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati) Coordinamento Area Centro Sud.

GLI OBIETTIVI DEL MONITORAGGIO – I monitoraggi lungo le coste che Goletta Verde effettua da anni non vogliono sostituire i dati ufficiali, ma vanno ad integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. I dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo. Le analisi di Goletta Verde hanno invece un altro obiettivo: andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua che sono il principale veicolo con cui l’inquinamento generato da insufficiente depurazione arriva in mare. Le analisi sono state eseguite da laboratori individuati sul territorio pugliese. La presenza di batteri di origine fecale (enterococchi intestinali ed escherichia coli) è un marker specifico di inquinamento dovuto da scarsa o assente depurazione.

TUTTI I DATI NEL DETTAGLIO – Tutti i 29 punti campionati sono risultati entro i limiti di legge. In provincia di Foggia sono 3 i punti monitorati dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde: la spiaggia libera La Calenella in località Baia Monte Pucci a Peschici, la spiaggia libera di Torre Mileto a San Nicandro Garganico e la spiaggia di fronte Castello a Manfredonia. La foce del Torrente Carmosina nella Riserva Naturale di Salina e  la foce del fiume Ofanto a Margherita di Savoia, la spiaggia libera sulla Litoranea di Ponente a Barletta, la Colonna in Località Monastero e la spiaggia Verde a Trani e Ponte lama a Bisceglie sono i punti monitorati in provincia di Bat, 4 i punti monitorati in provincia di Bari: la spiaggia Riserva Torre Calderina a Molfetta, il canale Lamasinata a Bari, la spiaggia Lama Monachile a Polignano a Mare e la spiaggia Cala Porto Rosso.

In provincia di Brindisi sono stati monitorati la spiaggia libera in località Torre Canne a Fasano, la Spiaggia del Pilone a Torre San Leonardo a Ostuni, la Spiaggia presso la foce del Canale Reale in località Torre Guaceto a Carovigno, la spiaggia presso la foce del canale in contrada Posticeddu sul Litorale Apani e la spiaggia della Provincia di Giancola a Brindisi.

In provincia di Lecce sono stati 6 i punti campionati. La spiaggia libera nella Riserva Naturale Le Cesine  Vernole, la spiaggia Madonna Alto Mare a Otranto, il canale di scarico in località Marina di Leuca a Castrignano del Capo, il mare presso scarico depuratore di Porto Gaio a Gallipoli, il Mare Punta presso Punta dell’Aspide al confine tra Santa Caterina e Santa Maria a Nardò e la spiaggia libera Le Dune a Porto Cesareo.

Nella provincia di Taranto sono stati monitorati la foce del Torrente Borracco in località Torre Borracco a Manduria, la spiaggia della Commenda a Campo Marino di Maruggio, la spiaggia presso la foce del Fiume Ostone a Taranto ,  foce del fiume Lenne e la spiaggia Chiatona a Palagiano.

Quest’anno nelle attività di monitoraggio al gruppo di volontari di Legambiente Puglia si sono uniti anche i ragazzi e ragazze dell’Aiat – Associazione Ingegneri per l’Ambiente e Territorio. «Siamo contenti dei risultati ottenuti dalla Puglia, ma non dobbiamo abbassare la guardia – dichiara Ruggero Ronzulli – Se è vero che la Puglia ha fatto grandi passi avanti nel settore della depurazione, è altrettanto vero che ci sono ancora 14 agglomerati urbani in Puglia sotto infrazione per una non conformità alle direttive europee. Così come si parla di economia circolare ma ancora tantissima acqua viene scaricata in mare invece di essere riutilizzata in agricoltura, facendo fronte alla siccità che sta mettendo in ginocchio interi comparti economici. Dal monitoraggio effettuato da Arpa Puglia nel 2020, inoltre, emerge che sono 33 i depuratori che nel 2020 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane».

ACQUE ECCELLENTI – Tutti i 24 punti monitorati risultano balneabili con qualità delle acque eccellenti secondo il portale acque (un’applicazione realizzata dal Ministero della Salute che offre informazioni aggiornate sullo stato di balneazione di tutte le coste italiane). La foce del Carmosina a Riserva Naturale di Salina (Bat), quella  dell’Ofanto a Margherita di Savoia (Bat), la spiaggia al Canale Reale a Torre Guaceto (Brindisi) e il mare presso scarico depuratore a Porto Gaio a Gallipoli (LE) non sono campionati  risultando acque abbandonate. In nessuno dei 29 punti monitorati è presente il cartello di divieto di balneazione e solo in 3 punti sono stati trovati i cartelli di qualità dell’acqua, obbligatori per legge ormai da diversi anni.

FOCUS SULLA DEPURAZIONE PUGLIA 2021 – Sono 185 gli impianti di depurazione in esercizio a servizio degli agglomerati pugliesi, di cui 181 gestiti da Acquedotto Pugliese e 4 direttamente dai comuni (Biccari, Lesina Marina, Sannicandro Garganico-Torre Mileto e Volturara Appula). La scarsa disponibilità idrica superficiale naturale condiziona fortemente la tipologia dei recapiti finali nella nostra Regione. Ciò comporta che solo il 7% dei recapiti finali dei depuratori è costituito da corpi idrici superficiali, il 75% da lame e altri corsi d’acqua effimeri/episodici o dal suolo (attraverso trincee drenanti) e il 16% recapita a mare. Per tali peculiarità territoriali, l’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque, adottato con Delibera della Giunta Regionale 1333/2019, prescrive per metà degli impianti che il trattamento sia spinto fino a rendere possibile il riutilizzo delle acque reflue. Gli impianti che continuano a scaricare nel sottosuolo sono 2 (Lesina Marina e Manduria Vecchio), per i quali i procedimenti ambientali per la dismissione dello scarico contra legem sono rispettivamente concluso ed in itinere.

Dal monitoraggio effettuato da Arpa Puglia nel 2020 (2.222 controlli, su 176 impianti di depurazione a servizio degli agglomerati con carico generato superiore a 2.000 AE), emerge che sono 33 i depuratori che nel 2020 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane. Di questi: n.3 sono stati interessati da lavori in corso che hanno reso plausibile un decremento dell’efficienza depurativa (Bari Ovest, Corato e Monte Sant’Angelo B); su n. 9 sono stati programmati interventi di adeguamento/potenziamento da avviare tra il 2020 ed il 2023 (Bari Est, Cagnano Varano, Collepasso, Gioia del Colle, Monte Sant’Angelo A, Orsara di Puglia, San Severo, Serracapriola e Volturino); su n.2 sono stati programmati interventi di adeguamento/potenziamento post 2023 (Roseto Valfortore e San Marco la Catola); su n.1 è prevista la dismissione (Manduria Vecchio); per i restanti n.18 si procederà al miglioramento della gestione con interventi di manutenzione straordinaria (Altamura, Apricena, Bisceglie, Bitonto, Candela, Carapelle, Carpino, Casalvecchio di Puglia, Castelluccio dei Sauri, Cerignola, Gravina in Puglia, Lesina, Lucera A, Molfetta, Ordona, Ruvo di Puglia, Sannicandro Garganico e San Paolo di Civitate).

«Anche la Puglia fa parte delle regioni che hanno causato le procedure di infrazione all’Italia da parte dell’Unione Europea – dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – due delle quali si sono trasformate in multe che stiamo già pagando e che ammontano a 60 milioni di euro all’anno: una cifra che si potrebbe utilizzare molto più utilmente aprendo cantieri e creando nuovi posti di lavoro per il ciclo integrato delle acque. Il corretto trattamento dei reflui fognari è un passaggio fondamentale per assicurare la salute dei cittadini e la protezione dell’ambiente e per non danneggiare l’economia turistica, in Puglia come nel resto del Paese. È arrivato il momento di sanare, una volta per tutte, questa ferita sanguinante sulle coste del nostro Paese, utilizzando anche le risorse economiche previste dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza».

L’ASSESSORE: «UN’ALTRA PUGLIA» –  «Il Focus Depurazione condiviso con Legambiente per la campagna Goletta Verde 2021 scatta una fotografia di un’altra Puglia rispetto solo a pochi anni fa – ha affermato Raffaele Piemontese – assessore al Bilancio, Infrastrutture e Tutela delle Acque della Regione Puglia – La Regione, in sinergia con l’Autorità Idrica Pugliese e l’Acquedotto Pugliese, sta marciando a tappe serrate verso l’obiettivo di chiusura definitiva del ciclo della depurazione delle acque con l’annullamento delle infrazioni comunitarie, attraverso il finanziamento e la realizzazione di oltre 160 interventi di potenziamento e adeguamento delle reti e dei presidi di depurazione, con investimenti per circa 700 milioni di euro. Abbiamo migliorato la qualità degli scarichi e della salvaguardia dei recapiti finali e dei corpi idrici: un obiettivo che, in attuazione alle misure del Piano di Tutela delle Acque, ha puntato a garantire la sostenibilità ambientale del sistema idrico pugliese e situazioni igienico-sanitarie ottimali per tutti i pugliesi. Il riflesso positivo è evidente sulla principale risorsa legata all’economia blu: il mare per cui la Puglia è, quest’anno, al primo posto in Italia tra le regioni costiere per qualità delle acque di balneazione, risultate “eccellenti” nel 99,8% del numero totale dei punti controllati».

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