Furbetti dei vaccini in Puglia, ecco i nomi

Sono circa 30mila i nomi controllati dai carabinieri del Nas nell'ambito del fascicolo di indagine sui cosiddetti furbetti dei vaccini. Incrociando gl

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Sono circa 30mila i nomi controllati dai carabinieri del Nas nell’ambito del fascicolo di indagine sui cosiddetti furbetti dei vaccini. Incrociando gli elenchi dei vaccinati con i dati anagrafici relativi ad età e professione. Nelle quattro settimane di gennaio durante le quali in Puglia è partita la Fase 1 della campagna vaccinale Covid riservata a personale sanitario ed Rsa, sarebbero 53 le persone alle  quali sarebbero state somministrate dosi di vaccini pur non essendo esposte a rischio biologico. Questa almeno  l’ipotesi della Procura barese – a coordinare le indagini anche il procuratore facente funzioni Roberto Rossi.

Ai primi 27 indagati è stato notificato un avviso di garanzia con invito a rendere interrogatorio. Tra questi noti imprenditori baresi come i fratelli Domenico e Luigi de Bartolomeo, l’imprenditore Nicola Canonico e altri titolari di ditte, amministrativi di studi medici e politici come il sindaco del Movimento 5 Stelle di Noicattaro Raimondo Innamorato. Altri  26 indagati saranno ascoltati nei prossimi giorni.

La Debar, l’azienda dei fratelli De Bartolomeo –  già sentiti dal Nas due settimane fa come persone informate dei fatti e ora formalmente indagati – lavorava in quel periodo alla ristrutturazione dell’ospedale San Paolo. La Cn Costruzioni di Nicola Canonico svolgeva lavori per il Policlinico e l’ospedale Di Venere. Questo, ritenevano, li avrebbe legittimati a ricevere il vaccino. Secondo la Procura evidentemente no. Anche il sindaco Innamorato credeva di aver già chiarito la sua posizione, avendo spiegato già all’epoca di aver ricevuto il siero il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, perché erano venute meno alcune persone in lista ed era avanzata una dose che sarebbe stata buttata.

Gli indagati rispondono, a vario titolo, di violazione del piano vaccinale nazionale che stabiliva l’ordine di priorità della categoria di cittadini da vaccinare, false dichiarazioni sulla identità per aver fornito «informazioni mendaci» sulle «proprie qualità personali con riferimento all’appartenenza alla categoria destinataria del vaccino», truffa aggravata ai danni del Sistema sanitario nazionale «perché, con artifizi e raggiri consistenti nell’utilizzare una dose non somministrata all’avente diritto, con la giustificazione della necessità di riutilizzo della stessa, inducevano in errore l’amministrazione procurando l’ingiusto profitto della vaccinazione tempestiva con precedente immunizzazione». Tra le accuse c’è anche il falso ideologico «perché compilavano il registro informatico inerente l’effettuazione della prestazione sanitaria del vaccino in maniera non veritiera ed omissiva».

Furbetti dei vaccini, ecco i nomi

 

 

 

fonte; Gazzetta del mezzogiorno

 

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