La prevenzione tumori offuscata dal covid

IL CORONAVIRUS ha monopolizzato l’attenzione della sanità sul micidiale virus trascurando le tante altre patologie che pure agiscono e colpiscono fort

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IL CORONAVIRUS ha monopolizzato l’attenzione della sanità sul micidiale virus trascurando le tante altre patologie che pure agiscono e colpiscono fortemente la vasta platea dell’umanità. Fra le più insidiose ci sono quelle riferite ai tumori. Che a Manfredonia (e non solo) sono uno dei nervi scoperti che più fanno male. Tante le iniziative per evidenziare un problema che si diffonde indisturbato. A rilanciare l’ennesima sollecitazione ad intervenire, Maurizio Portaluri, il medico oncologo che dallo scoppio della colonna Enichem conduce una serrata lotta ai tumori, e Sipontina Zerulo, infermiera professionale al nosocomio di Manfredonia nonché socia dell’associazione culturale e politica “Manfredonia Nuova”, i quali ripropongono l’appello «Senza screening più tumori avanzati», lanciato nei giorni scorsi attraverso la “Gazzetta”, dal professor Franco Schittulli, senologo oncologo di fama barese, presidente della Lega italiana lotta ai tumori. Nell’intervento sulla “Gazzetta” il professor Schittulli invitava a «riprendere gli screening delle persone a rischio di tumori ricordando che un recente studio italiano della dottoressa Angela Toss e collaboratori pubblicato su “ESMO Open” ha documentato l’incremento di casi di tumore localmente avanzato o metastatico».
UN ALLARME diffuso anche in televisione. Portaluri e Zerulo riprendono l’invito lanciato nel 2018 ad effettuare campagne di screening. «I diversi studi effettuati da organismi scientifici – evidenziano – hanno dimostrato come la diagnosi anticipata con TAC spirale, riduca del 20 per cento la mortalità causata dai tumori al polmone che rappresenta un serio problema per la popolazione lavorativa. È stato dimostrato che dopo 4 e 8 anni dall’introduzione dello screening la mortalità si è ridotta di circa il 25 per cento. Nel 2019 sono stati pubblicati i risultati aggiornati dello Studio Italiano Multicentrico per la diagnosi polmonare, condotto dal prof. Pastorino, che ha per capofila l’Istituto Nazionale dei Tumori, dal quale emerge che vi è una netta riduzione di mortalità tra i soggetti sottoposti a screening per tumore al polmone».
LA REGIONE Puglia, con una delibera del 2 maggio 2019, ha recepito una intesa della Conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2018, che prevede uno screening dei lavoratori precedentemente esposti all’amianto. «Purtroppo la richiesta di uno screening mirato non ha trovato – rilevano Portaluri e Zerulo – amministratori attenti e recettivi. La Regione Puglia dispone ormai di studi che confermano una maggiore incidenza o mortalità per tumori al polmone nelle città di Taranto, Brindisi, Manfredonia e Lecce. Si intraprendano in queste aree – sollecitano – attività di screening con TCBD soprattutto rivolte ai fumatori o ex fumatori da meno di 10 anni e in ex-esposti all’amianto e ad altri cancerogeni lavorativi per il tumore al polmone. Alla luce delle più recenti evidenze, ulteriori ritardi non sarebbero giustificati. Purtroppo la pandemia ha influito negativamente sulla prevenzione dei tumori: nei primi nove mesi del 2020, si sono registrati oltre due milioni di screening in meno che provocheranno conseguenze cliniche gravi».
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Michele Apollonio

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