Quale Democrazia?

«LA RAPPRESENTANZA così come articolata nel nostro sistema costituzionale, è capace o meno di rispondere all’urto dei nuovi tempi o andrebbe comunqu

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«LA RAPPRESENTANZA così come articolata nel nostro sistema costituzionale, è capace o meno di rispondere all’urto dei nuovi tempi o andrebbe comunque rivista e/o rinforzata?». La domanda se l’è posta Antonio Nasuti – studioso di diritto amministrativo, per oltre 15 anni segretario e direttore generale al Comune di Bari, docente di diritto degli enti locali e istituzioni di diritto pubblico all’Università degli Studi di Bari, autore oltre che di una vasta pubblicistica, dei volumi “Il nuovo ordinamento comunale”, “Gli interventi degli enti locali”, “Il governo locale” – seguendo il dibattito in atto tra alti e bassi, a Manfredonia (ove Nasuti vive) in questa lunga vigilia di attesa delle elezioni comunali che dovranno stabilire il ritorno alla normalità democratica in una città contaminata dall’inquietante scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose. Un dibattito che pone alla base l’interpretazione della democrazia nelle sue articolazioni in continue evoluzioni.
NASUTI, nell’intento dichiarato di fornire un contributo al dibattito, ha approfondito la complessa e delicata problematica in un libro, “La democrazia rappresentativa e le diverse vie della partecipazione” (Andrea Pacilli editore Manfredonia, 149 pag.15 euro) nel quale analizza, offrendone una interpretazione, «le diverse tipizzazioni della democrazia: diretta, indiretta, rappresentativa per cercare di trovare una soluzione con il dettato dell’art. 67 della nostra Costituzione in base al quale la democrazia ha opposto una e solo una forma di autorità (e di distinzione tra governanti e governati): quella fondata sulla conta dei voti e la regola di maggioranza nelle decisioni tra cittadini adulti».
ANALIZZATE ed evidenziate le proprietà delle tre forme di democrazia, Nasuti stabilisce che «la nostra è certamente una democrazia “aperta” alla partecipazione» anche se «l’orizzonte resta quello della democrazia rappresentativa e la partecipazione soltanto un fattore di miglioramento del suo spessore specifico». Partecipazione che si esplica direttamente attraverso il “referendum” e la “petizione” e indirettamente attraverso i partiti politici e le associazioni. Negli ultimi decenni, evidenzia Nasuti, nel periodo più acuto della crisi della democrazia, il principio di “effettività” della partecipazione dei cittadini, ha richiesto ulteriori forme partecipative fra cui quella “deliberativa”, una istituzione che si “apre” al contributo diretto dei cittadini, e che si oppone anche a quei modelli che ripropongono la democrazia “diretta” e che fa leva sulle potenzialità, vere o presunte, delle nuove tecnologie della comunicazione; a quei modelli di governo e di pratica politica più o meno “populisti”.
IN DEFINITIVA «una idea di democrazia in grado di opporsi alle idee e alle pratiche anche egemoni (neoliberismo) ma anche ad altre idee e immagini della democrazia oggi circolanti». Per l’ente locale Nasuti ipotizza uno Statuto nel quale siano codificate le modalità di partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.
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Michele Apollonio

 

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