Mezza Italia tra zona rossa e arancione, anche la Puglia rischia un nuovo cambio di colore.

Venerdì, con i dati della cabina di regia, arriverà il cambio di colore delle regioni e si vedrà quali entreranno in zona rossa o arancione. Sono molt

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Venerdì, con i dati della cabina di regia, arriverà il cambio di colore delle regioni e si vedrà quali entreranno in zona rossa o arancione. Sono molte, al momento, le regioni che rischiano ulteriori restrizioni. L’allarme varianti preoccupa l’esecutivo e non si esclude l’ipotesi di una stretta ulteriore nei prossimi giorni, addirittura con un provvedimento ad hoc. Al momento è stata data la possibilità alle Regioni di chiudere le scuole anche nelle zone arancioni e gialle sulla base di parametri ben precisi che eviteranno pure il proliferarsi di ricorsi delle famiglie contro la Dad. Ma le regioni potranno varare misure più restrittive e i dati della diffusione del contagio (ieri il bollettino Covid è tornato sopra la soglia dei 20mila casi e oggi ha sfondato quota 22mila) spingono i governatori proprio in questa direzione. Oggi, fra l’altro, il governo ha rinviato le elezioni: si faranno tra il 15 settembre e il 15 ottobre.

Verzo la zona rossa

Probabilmente la prossima settimana la maggior parte delle Regioni sarà in zona arancione o rossa. Più della metà degli italiani dovranno dunque fare nuovamente i conti con negozi chiusi, spostamenti limitati all’interno del proprio comune o vietati, milioni di bambini e studenti dall’asilo alle superiori in didattica a distanza. “A me sembra che tutta Italia, tranne la Sardegna, si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa”, ha detto ieri l’ex capo della Protezione Civile e attuale consulente della Lombardia Guido Bertolaso, esprimendo senza mezzi termini quella che è la preoccupazione della maggioranza dei governatori. “Se questa crescita, avvenuta in 10-15 giorni, non trova un’accelerazione nella risposta, rischiamo di essere travolti” ha confermato il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, secondo il quale le restrizioni previste dalla “zona arancione classica” non bastano più.

I nuovi colori delle Regioni

In zona rossa potrebbero andare da lunedì 8 marzo l’Emilia Romagna, la Campania, che ormai da 10 giorni fa segnare più di duemila casi al giorno. Ma anche l’Abruzzo, che ha comunque già due province – quelle di Pescara e Chieti – in lockdown. I dati protrebbero spingere una ulteriore stretta anche per Lombardia (intanto va in arancione scuro da mezzanotte) e Piemonte. A rischio arancione sono invece la Calabria (che va verso la chiusura delle scuole), il Friuli Venezia Giulia e il Veneto (Zaia oggi parla di Rt 1.12), con Lazio e Puglia sul limite. Di fatto, in due terzi dell’Italia saranno in vigore le restrizioni più dure. Senza contare che già molti governatori sono intervenuti con proprie ordinanze, dichiarando zone rosse o arancioni locali. Bologna e Modena saranno in lockdown nelle prossime ore, ha annunciato Bonaccini, mentre le province di Udine e Gorizia passeranno in arancione da venerdì per decisione del presidente Massimo Fedriga che ha disposto la didattica a distanza per tutti gli studenti delle medie, delle superiori e delle università. Niente scuola in presenza anche per i ragazzi delle seconde e terze medie e delle superiori del Piemonte. “Abbiamo una situazione che ci dice che quotidianamente le cose stanno peggiorando – sottolinea il presidente Alberto Cirio – Dobbiamo essere pronti ad intervenire chirurgicamente dove necessario”. Nella Sardegna bianca, invece, da lunedì chiunque vorrà entrare nell’isola dovrà sottoporsi a tampone rapido. Chiusure e interventi che, da soli, non bastano però a fermare la curva del virus.

La mappa Ue

L’Emilia Romagna è in rosso scuro, insieme alle province di Trento e Bolzano, nella mappa aggiornata dal centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Nel resto d’Europa, la situazione continua a migliorare nella penisola iberica, in Germania e Danimarca, ma resta critica in Repubblica ceca e Slovacchia, in Slovenia al confine con l’Italia, in Francia alla frontiera con il Belgio.

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