A febbraio mercato auto -12,34%, timori per fine incentivi

Dopo un gennaio difficile , è continuato a febbraio il calo del mercato automobilistico che - in base ai dati forniti dal Mit - mostra 142.998 immatri

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Dopo un gennaio difficile , è continuato a febbraio il calo del mercato automobilistico che – in base ai dati forniti dal Mit – mostra 142.998 immatricolazioni con un calo del 12,34% rispetto allo stesso mese del 2020, quando le auto vendute furono 163.124 (ultimo mese pre-Covid). Il dato mostra comunque una accelerazione rispetto alle 134.147 immatricolazioni di gennaio anche se – fa notare Unrae, l’associazione delle case straniere – il dato è condizionato dalla presenza di incentivi che però potrebbero esaurirsi nella fascia di emissioni 61-135 grammi “facendo presagire un drammatico e ulteriore peggioramento”.

In calo annuo anche il mercato dell’usato con 303.046 trasferimenti di proprietà di auto usate, -9,98% rispetto a febbraio 2020. Il mese scorso il volume globale delle vendite (446.044 autovetture) ha dunque interessato per il 32,06% auto nuove e per il 67,94% auto usate. Nei primi due mesi del 2021 il totale di vendite si è attestato a 277.145 unità con un calo del 13,12% rispetto alle 318.991 immatricolazioni dello stesso periodo del 2020.

Con un dato così negativo a febbraio, ovviamente, sono pochi i marchi che hanno registrato un segno più su base annua, mentre alcuni, come Alfa (-54,57%) o Volkswagen (-32,35%) incassano pesanti passivi, frutto anche di aggiornamenti nella gamma o di run out di modelli importanti. Fra i principali brand in attivo i dati del Mit mostrano Dacia (+5,33% a 4.508 unità), Toyota-Lexus (8.461 immatricolazioni e +4,44%), ma anche Suzuki (4.955 vetture e +54,36%) o Mazda (che cresce del 14,79% a 1.195 unità). L’effetto incentivi si sente anche su due brand ‘all electric’ come Smart e Tesla che chiudono rispettivamente con 601 (+81,02%) e 281 unità (+8,91%).

Ma – anche se su numeri ridotti ma con una forte valenza simbolica – spicca il +188% messo a segno dalla molisana Dr, che sembra essere riuscita a superare la profonda crisi degli anni passati, dopo il fallito tentativo di acquisire il sito produttivo di Termini Imerese.

Grazie a nuove collaborazioni con alcuni brand cinesi – allo ‘storico’ partner Chery si è affiancata la Jac Motors – la casa fondata da Massimo Di Risio è riuscita a rafforzare la propria gamma, diversificando la propria offerta, affiancando al brand Dr, ricollocato in una fascia di mercato più alta, un nuovo marchio, Evo, che propone modelli meno ‘freschi’ ma con listini fortemente competitivi. Sul risultato di febbraio del marchio di Macchia di Isernia (dove in realtà si ‘completano’ vetture già assemblate in Cina) ha sicuramente pesato, in positivo, la campagna di rottamazione denominata “-CO2 + sicurezza” che prevedeva un ecobonus di 1.500 euro non vincolato all’età del veicolo, alla classe di emissioni né addirittura al possesso dell’acquirente del veicolo nuovo.

Un nuovo slancio è poi arrivato dalla disponibilità a listino di versioni più appetibili per il nostro mercato come la nuova crossover F35, caratterizzata da un design molto dinamico, e dall’offerto per la Dr 5.0 di una motorizzazione 1.5 turbobenzina abbinata a un cambio automatico.

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