Nuovo decreto covid, “Proroga di 30 giorni del divieto di mobilità”

Vertice serale in videoconferenza tra i ministri Speranza e Gelmini e i governatori. Questi ultimi hanno dato un sostanziale ok alla proroga della mob

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Vertice serale in videoconferenza tra i ministri Speranza e Gelmini e i governatori. Questi ultimi hanno dato un sostanziale ok alla proroga della mobilità tra Regioni per altri 30 giorni, che sarà decisa dal Consiglio dei ministri che si terrà in mattinata.

Una proroga, che scade il 25 febbraio, anticipata dalla ministra Mariastella Gelmini ai governatori. Saranno confermate le disposizioni sugli spostamenti tra piccoli Comuni e la regola, per ora valida fino al 5 marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, con i figli minori di 14 anni.

Il Consiglio dei ministri si occuperà solo della proroga del divieto di mobilità tra le Regioni, ha precisato la ministra. “Purtroppo con le varianti in circolazione continuare con le restrizioni è indispensabile”, avrebbe detto il ministro della Salute Roberto Speranza.

“Porterò il documento inviatomi dalle Regioni all’attenzione del governo”, avrebbe detto Gelmini al vertice con le Regioni. “Non possiamo pretendere di chiamarvi a ratificare decisioni già prese, ma possiamo e vogliamo chiedervi di partecipare ad un processo decisionale che certo dovrà essere tempestivo, che certo dovrà essere snello, ma che non potrà calare sulle vostre teste”, afferma Gelmini.

Durante la riunione con le Regioni la ministra Gelmini avrebbe manifestato l’intenzione di organizzare, appena possibile, un incontro tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e i governatori per parlare dei temi della scuola e della vaccinazione degli insegnanti.

Le Regioni chiedono un cambio di passo sulle norme che determinano i colori delle Regioni, per evitare i continui cambi, che leghi le decisioni a parametri più oggettivi e anche alla possibilità di indenizzi immediati alle singole categorie. Il tutto però senza abbassare la guardia perché le varianti corrono e impongono strette mirate ed immediate.

Per quanto riguarda la scuola, “nel quadro della situazione epidemiologica generale e territoriale, sarebbe necessario qualificare l’attività scolastica (al pari delle altre attività) con un’apposita numerazione di rischio”: è quanto si legge nella bozza della piattaforma di proposte che le Regioni presenteranno al governo. “Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale nonché prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori – si conclude il testo -, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica”.

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