Pesca in Puglia, battuta d’arresto (-40%) per chiusura 20mila ristoranti

«Con la chiusura di quasi 20mila ristoranti in Puglia per la seconda ondata del Covid e le restrizioni imposte nella zona arancione, la pesca subisce

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«Con la chiusura di quasi 20mila ristoranti in Puglia per la seconda ondata del Covid e le restrizioni imposte nella zona arancione, la pesca subisce una nuova battuta d’arresto con il crollo dell’attività del 40% ed il rallentamento delle vendite all’estero, mentre aumentano del 2% gli acquisti di prodotto surgelato, a discapito del pescato locale con le barche ferme nei porti».

E’ quanto afferma Coldiretti Puglia sulla base dei dati Confcommercio sul blocco delle attività, «mentre Ismea segnala l’aumento degli acquisti di pesce surgelato perché più facile da conservare».

«La situazione delle marinerie in Puglia – sottolinea Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – è molto grave per il crollo della domanda sui mercati italiani ed esteri a causa del Covid, con l’azzeramento degli ordini, per la chiusura 7 giorni su 7 dei ristoranti. Vanno assolutamente aiutate a superare il momento di grande difficoltà. Le limitazioni alle attività di impresa devono prevedere un adeguato sostegno economico e iniezioni di liquidità lungo tutta la filiera e interventi a fondo perduto per salvare gli agriturismi, un esempio straordinario del turismo rurale ed enogastronomico».

Di assoluto rilievo – evidenzia Coldiretti – i numeri del pescato in Puglia, il cui valore economico è pari all’1% del Pil pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto che conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi e mitili di eccezionale qualità.

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