A due passi da Manfredonia uno spettacolo raro: gli ‘alberi’ di fichi d’india

Cosa c’è di più bello che osservare qualcosa di raro e particolare? Semplice: osservare contemporaneamente due cose rare e particolari. Presso gli ipo

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Cosa c’è di più bello che osservare qualcosa di raro e particolare? Semplice: osservare contemporaneamente due cose rare e particolari. Presso gli ipogei Capparelli a Siponto, dove la storia ci ha consegnato la più grande Necropoli paleocristiana della Daunia, la natura ci ha donato qualcosa che non è semplice da trovare: la presenza di alberi di fichi d’india.

Sì, avete letto bene: non piante, ma alberi. E così, il gustoso e nutriente frutto giunto in Italia dall’America grazie a Cristoforo Colombo, e che a Manfredonia ha trovato il suo habitat ideale, è riuscito ad adattarsi così bene da compiere un’evoluzione naturale, ma stupefacente.

Il tronco di questi alberi di fichi d’india, seppur apparentemente identico a quello di un qualsiasi altro albero, in realtà è costituito dalle palette più vecchie, diventate con il passare del tempo legnose. Lo si può notare risalendo con lo sguardo lungo il tronco ed osservando, in prossimità delle palette verdi, altre già legnose, ma che mantengono ancora la loro forma.

Presso gli ipogei Capparelli probabilmente questi ‘alberi’ hanno impiegato decine di anni per giungere a svettare con fierezza accanto al complesso cimiteriale, e sembra quasi che la natura abbia voluto contribuire ad impreziosire il sito storico con propri doni.

E così, poco fuori Manfredonia, possiamo fare un balzo indietro nel tempo e anche soffermarci a guardare uno spettacolo che nella sua semplicità appare raro e affascinante.

di Maria Teresa Valente

 

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