Referendum, vittoria del sì: cosa succede ora?

La maggioranza degli elettori che hanno partecipato al referendum sulla riforma della Costituzione ha votato sì al taglio dei parlamentari: si proce

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La maggioranza degli elettori che hanno partecipato al referendum sulla riforma della Costituzione ha votato sì al taglio dei parlamentari: si procede, dunque, con la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione. Il numero dei deputati passa dagli attuali 630 a 400quello dei senatori eletti da 315 a 200, inclusi i parlamentari eletti all’estero (8 deputati contro gli attuali 12 e 4 senatori contro gli attuali 6). Ma cosa cambia, ora? Le nuove norme sono già operative? Ci sono cambiamenti che riguardano il Parlamento attualmente in carica?

La nuova legge è già in vigore?

La legge sarà operativa non prima di 60 giorni dall’entrata in vigore: i tempi tecnici per il ridisegno dei collegi. Al di là di questo aspetto — tecnico — ce n’è uno più politico: quello legato alla riforma della legge elettorale, che dovrebbe ora essere messa in cantiere in tempi (relativamente) rapidi. Il ridisegno dei collegi potrebbe avvenire dunque dopo il varo di una nuova legge elettorale.

L’attuale Parlamento

È importante ricordare anche che il taglio dei parlamentari non si riferisce all’attuale assetto di Camera e Senato: non ci sono, in altre parole, oltre 300 parlamentari che domattina perderanno il posto di lavoro.

Quanti parlamentari per quanti cittadini

Dopo il ridisegno dei collegi, in ogni caso, Camera e Senato saranno ridotte di poco più di un terzo (del 36,5%, a voler essere pignoli). Oggi c’è un deputato ogni 96 mila abitanti, con il taglio ce ne sarebbe uno per 151 mila. A Palazzo Madama oggi siede un senatore ogni 188 mila abitanti, con il taglio ce ne sarebbe uno ogni 302 mila. In questo grafico ci sono i confronti con gli altri Paesi europei.

L’ufficio studi di Montecitorio ha preparato un confronto con gli altri Paesi europei, prendendo in considerazione solo le Camere «basse» (come quella dei deputati, il Bundestag tedesco e la Camera dei Comuni britannica), dal momento che le Camere alte hanno modalità di selezione e funzioni che variano da Paese a Paese (diverse, ad esempio, non votano la fiducia al governo). Un confronto interessante, anche se in Italia, come si diceva sopra, la situazione è di bicameralismo perfetto — dunque non esistono, quanto alle funzioni e ai poteri, una camera «alta» e una camera «bassa».

Il risparmio consentito dalla riforma

Quanto si risparmierà, con il taglio di 315 parlamentari? I compensi dei parlamentari variano, Possiamo però considerare in media un compenso, rimborsi inclusi, di 19 mila euro e rotti per un deputato e poco di più, tra 20 e 21 mila euro, per un senatore (nei bilanci di Camera e Senato si può ricavare una media di circa 230 mila euro di compenso annuo per deputati e di 250 mila euro per senatore). Si arriva a un risparmio annuo di 53 milioni alla Camera e di 29 milioni al Senato.

Come cambia la rappresentanza?

Per alcune regioni, come Basilicata, Molise e Umbria, il taglio è di circa il 33%, per altre si arriva al 39%; in Abruzzo c’è un deputato ogni 145 mila abitanti, in Liguria poco meno (uno ogni 157 mila). In Senato le forbici del taglio hanno movimenti più ampi: il Veneto, ad esempio, perde il 33% degli eletti, la Basilicata il 57%. Il Senato è eletto su base regionale e oggi la Costituzione prevede per ogni territorio un numero minimo di seggi: sette senatori per ogni regione (tranne due per il Molise e uno per la Valle d’Aosta). Con il sì il numero minimo diventa di 3 senatori per regione o provincia autonoma.

Fonte: Corriere.it

https://www.corriere.it/elezioni/referendum-2020/notizie/referendum-vittoria-si-cosa-succede-ora-e548ca4a-fbf7-11ea-aca9-16c79fac234d.shtml

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