Puglia, scuole e Covid 19: la Regione chiama gli Ncc

Il raddoppio delle corse del trasporto pubblico locale richiederebbe non meno di 80 milioni di euro solo per i costi del servizio, senza considerare i

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Il raddoppio delle corse del trasporto pubblico locale richiederebbe non meno di 80 milioni di euro solo per i costi del servizio, senza considerare i bus in più che è impossibile reperire in tempi brevi. Ed è per questo che la Puglia, così come molte altre Regioni, sta preparando un piano per la riapertura delle scuole che punta sul ricorso – almeno in ambito urbano – ai mezzi degli Ncc (noleggio con conducente), destinati di norma ai servizi privati.

È per questo che lunedì, incontrando i gestori dei servizi, l’assessore regionale Gianni Giannini ha chiesto di indicare le corse critiche per effettuare una valutazione di fabbisogno: «È chiaro – spiega Giannini – che anche il ricorso agli Ncc richiederà risorse aggiuntive. Il governo per fortuna su questo ci ha ascoltati. Ma resta comunque una misura con il fiato corto, perché risolve il problema dell’affollamento oggi ma non quella strutturale». Quando si discute di ridurre all’80% la capienza dei bus, si dimentica infatti che nelle ore di punta (6,30-8 e 13-15) i bus viaggiano già ben oltre la capacità. «Sicuramente – dice Giannini – ci sono anche collegamenti che non avranno bisogno di integrazione. Nello specifico del trasporto scolastico, registriamo difficoltà con i dirigenti, certo alle prese con tanti altri problemi. E in ogni caso il problema riguarda tutti i pendolari e non si risolve se non si mette mano alla riorganizzazione del Tpl, anche differenziando gli orari e i tempi di vita della citta».

Si tratta, insomma, di modificare gli orari di apertura di scuole, uffici e negozi affinché non si sovrappongano. E, anche all’interno delle scuole, di prevedere fasce orarie di ingresso e uscita differenziate di almeno 45-60 minuti, così da consentire (questo vale soprattutto per i collegamenti extraurbani) la seconda corsa con lo stesso mezzo. Ma sul punto, a quanto sembra, il confronto langue anche perché le scuole devono tenere conto anche degli orari di lavoro del personale.

«Per le città con oltre 100mila abitanti – secondo Giannini – la soluzione sta nella figura del city manager, previsto per legge, che ha la responsabilità di mettere intorno a un tavolo tutti i rappresentanti delle categorie: commercianti, artigiani, servizi pubblici e così via. Purtroppo, nonostante la legge, lo strumento tarda a partire». La giunta regionale ha istituito a giugno il «mobility manager», che ora dovrà essere individuato con un avviso interno: avrà la responsabilità della la programmazione degli spostamenti casa-lavoro per le migliaia di dipendenti che raggiungono le sedi sparse sul territorio. Allo stesso tempo, la Regione ha invitato le ex Province e la Città metropolitana a fare altrettanto: i mobility manager provinciali (anche in mancanza dei decreti attuativi del ministero dell’Ambiente) dovrebbero coordinare i city manager dei centri maggiori e gli altri mobility manager delle grandi aziende e degli enti pubblici. «Solo in questo modo – dice Giannini – sarebbe possibile immaginare una vera riorganizzazione dei tempi di vita delle città. In questo momento non è la priorità, me ne rendo conto, ma una riprogrammazione degli orari delle attività avrebbe come effetto anche la riduzione significativa del traffico». Diversamente, è probabile che la riapertura delle scuole porti a un impennata nell’utilizzo del mezzo privato che a sua volta avrebbe l’effetto opposto sul carico stradale.

L’utilizzo degli Ncc per il trasporto scolastico non è, comunque, una soluzione semplice. Le norme del codice della strada in materia sono molto stringenti, perché i mezzi vengono autorizzati per fasce d’età (scuola media, scuola elementare, scuola materna) a seconda delle dotazioni di sicurezza e della tipologia di sedili installati. Molti Comuni, soprattutto in provincia, già utilizzano gli Ncc per garantire il trasporto scolastico. L’idea è di utilizzare un certo numero di bus di piccole dimensioni per effettuare collegamenti punto-punto, a fronte di specifiche esigenze e su tragitti brevi. I collegamenti extraurbani, infatti, potranno essere garantiti solo aumentando il numero di corse tradizionali.

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