Covid, il tocilizumab funziona. Lopalco: “Risultati confortanti, riduce probabilità di morte se combinato col trattamento standard”

Vi ricordate del tocilizumab? Quel farmaco dal nome impronunciabile più spesso riferito come ‘farmaco antiartrite’. È stato per settimane oggetto di d

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Vi ricordate del tocilizumab? Quel farmaco dal nome impronunciabile più spesso riferito come ‘farmaco antiartrite’. È stato per settimane oggetto di dibattito televisivo. Poi, forse perché più facile da pronunciare, il dibattito si è spostato sul plasma iperimmune”. Esordisce così l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, a capo della task force pugliese contro il Covid. Il professore è tornato sul chiacchierato farmaco che sarebbe utile ad arginare il virus.

“Io stesso ho dovuto subire a lungo la domanda: ‘Che ne pensa del tocilizumab?’ Come rispondere ad una simile domanda? Se non si è pronti ed accorti – ha spiegato Lopalco -, l’errore di esprimere un’opinione è dietro l’angolo. Ma nel dibattito scientifico il valore delle opinioni è quello attribuito dal grande Gaber: ognuno ha le sue. L’effetto positivo del tocilizumab era stato ipotizzato da osservazioni cliniche preliminari in Cina, quindi confermato da osservazioni aneddotiche anche in importanti centri clinici italiani”.

E ancora: “Solo ora, dopo tre mesi di osservazioni e studi, viene pubblicato un bello studio su Lancet Reumathology a firma di cari amici e colleghi fra Bologna, Modena e Reggio Emilia. I risultati dello studio sono confortanti e confermano quanto osservato precedentemente: il tocilizumab presenta una certa efficacia nel prevenire il ricorso alla ventilazione meccanica e riduce la probabilità di morte se combinato con il trattamento standard”.

“Ma quello che è più importante ai fini di questa riflessione – ha proseguito Lopalco – sono le conclusioni degli autori che, dopo mesi di lavoro e dopo aver spaccato il capello ai dati raccolti da 1.351 cartelle cliniche, concludono: ‘Sebbene questi risultati siano incoraggianti, dovranno essere confermati da studi randomizzati come quelli attualmente in corso’. Incontentabili, questi scienziati!”, la conclusione dell’epidemiologo.

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